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Ucraina, Draghi replica a Mosca: “Di indecenti solo massacri”. Il premier tenta sponda con Rutte sul gas

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Fare “piena luce sui crimini di guerra” commessi dalla Russia in terra ucraina. Nelle ore in cui la portavoce del ministero degli Esteri del Governo di Vladimir Putin, Maria Zakharova, definisce “indecente” la posizione assunta dall’Italia sulle sanzioni (“le autorità italiane dimenticano che è stata Mosca ad aiutarle per prima nella lotta contro la pandemia di covid-19”, è la sottolineatura), Mario Draghi rimane sulla linea della fermezza “di indecente ci sono solo i massacri che vediamo tutti i giorni”, replica. Il premier riceve a palazzo Chigi il primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, e schiera Italia e Olanda al fianco di Kiev, unite dai valori fondanti dell’Ue e dal legame Transatlantico. L’ex numero uno Bce ribadisce “la più ferma condanna per le stragi di civili documentate in questi giorni” e torna a puntare il dito contro l’aggressore: “Mosca dovrà rendere conto di quanto accaduto. Chiediamo alla Russia di cessare immediatamente le ostilità e di sedersi al tavolo dei negoziati”. Le restrizioni economiche contro la Russia, insomma, per Draghi restano uno strumento per condurre Putin al dialogo, non il contrario. “La Commissione europea ha appena annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni che l’Italia appoggia con convinzione. Siamo pronti a ulteriori passi anche sull’energia insieme ai nostri partner europei”, taglia corto.

L’unità dell’Ue per il premier è e rimane fondamentale. Quella che si è rivelata l’arma vincente contro la pandemia – è la linea – va ora replicata sul fronte della politica energetica e di quella economica. “C’è bisogno di soluzioni strutturali che limitino il prezzo dell’energia per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e la capacità produttiva delle imprese – insiste – Nello scorso Consiglio europeo abbiamo condiviso un ampio pacchetto di possibili misure che sono ora all’esame della Commissione. Ora è il momento di agire”, dice guardando al vertice Ue di maggio.

L’embargo al gas di Mosca non è ancora nei fatti. Se, infatti, il Parlamento europeo approva a larghissima maggioranza un emendamento che propone lo stop immediato delle forniture russe, il primo ministro olandese e Draghi restano più cauti. “E’ una grande frustrazione, vorremmo fermarci subito ma onestamente in questo momento non è possibile”, ammette Rutte. “Sono d’accordo – fa eco il premier italiano – sciogliersi dalla dipendenza dal gas russo è difficile” ma “può essere una prospettiva”, specie se la guerra “continua con le atrocità che abbiamo visto”. L’inquilino di palazzo Chigi allora insiste sulla possibilità di imporre un tetto Ue al costo del gas. “Pagare questi prezzi completamente diversi dai prezzi del gas mondiale – ribadisce – significa finanziare in un certo senso, in modo inconsapevole e indiretto, la guerra. Se non si riesce a fare un blocco, l’alternativa potrebbe essere imporre un tetto al prezzo del gas utilizzando il potere di mercato che ha l’Europa”. Il premier ne parla con Rutte, dal momento che i Paesi Bassi restano tra i più scettici all’idea, e non registra chiusure definitive. “L’Italia e altri paesi dicono che sarebbe utile, altri no. La situazione non è cambiata e il rischio è che queste diventino delle ideologie – dice il primo ministro olandese – Dobbiamo essere pragmatici – aggiunge – se i vantaggi saranno superiori ai rischi mi convincerò. Funziona? Non funziona? Vogliamo verificare poi decidiamo”. “Non sono riuscito a convincerlo ma ha fatto un passo fondamentale – esulta Draghi – mi ha assicurato che non c’è nessuna” questione “di principio e si è detto disponibile ad esaminare tutte le ragioni e avere una discussione aperta”.

Nel frattempo il Governo resta a lavoro sul fronte della diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Sulle rinnovabili, annuncia il premier, “dobbiamo fare un passo avanti, rendere queste autorizzazioni che stanno fermando le nuove installazioni possibili in tempi molto molto rapidi”. L’appuntamento è al prossimo Consiglio dei ministri o a quello successivo. Intanto, tra i partiti, è Enrico Letta ad assicurare il sostegno al Governo in vista di un eventuale stop. “Il Parlamento europeo sta guidando l’Ue nella giusta direzione votando per un completo embargo all’energia russa. Ora – scrive su Twitter – tocca ai Governi”.

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