Fermare subito “questo ritorno alla prepotenza della guerra”, la riesplosione di “aggressivi egoismi nazionali”, facendo leva anche su “misure economiche e finanziarie che indeboliscano chi pretende di imporre con la violenza delle armi le proprie scelte a un altro Paese”. Se la guerra “non trovasse ostacoli, non si fermerebbe ma produrrebbe una deriva angosciosa di conflitti che potrebbero non trovare limiti”. È il messaggio lanciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Trieste, momento centrale della sua visita in città.
Dopo aver rimarcato che “un Paese così amico” come l’Ucraina” si trova “in una drammatica condizione”, il capo dello Stato ha osservato: “Non riusciamo neppure a rinvenirvi una motivazione razionale, le ragioni della convivenza umana pretendono che si ponga fine alle guerre, la pace è sempre doverosa e possibile”. In una città “di frontiera”, che “in passato ha attraversato momenti travagliati che si è riusciti a trasformare”, Mattarella, prima del suo intervento in università aveva partecipato, in prefettura, alla cerimonia del passaggio di proprietà dell’edificio già Narodni dom dall’università di Trieste alla Fondazione Narodni dom.
Il ritorno del palazzo alla comunità slovena è stato definito da Mattarella un “momento importante”, tanto più in una fase come quella attuale in cui “abbiamo dovuto assistere alla moda di quanto non avveniva dall’Ottocento, un retrocedere della storia e della civiltà che mai avremmo immaginato possibile in questo inizio di millennio, assistendo a vittime di ogni età, a devastazione di città e di campagne, a un impoverimento del mondo”.
Sottolineando che la guerra rappresenta la terza emergenza unitamente a ripresa economica e pandemia, rispetto al Covid il Presidente ha affermato che “la solidarietà ha consentito la veloce produzione dei vaccini, il contagio aumenta, ma senza conseguenze gravi per la quasi totalità di chi si ammala”. Occorre mantenere alta la guardia, però, perché “la sconfitta definitiva” del virus “non è ancora stata conseguita”. A chiudere la visita, l’incontro con alcuni anziani ospiti e operatori dell’Azienda pubblica di servizi alla persona ‘Itis’.
Nell’evidenziare che “durante la pandemia la condizione” degli anziani “si è fatta particolarmente pesante”, il Capo dello Stato ha detto che “quando nel nostro Paese emerge la notizia di” strutture “di accoglienza che non trattano in maniera adeguata gli anziani che ospitano, alle volte li umiliano nella loro dignità, questo è inaccettabile e richiede una vigilanza e un rigore molto alti”.