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Ucraina, si intensifica offensiva nel Donbass. Morti a Kreminna. Esplosioni a Kramatorsk, Mykolaiv e Kharkiv. Kuleba: “Mariupol non esiste più”

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

Cinquantacinquesimo giorno di guerra in Ucraina. Si intensifica l’offensiva russa nel Donbass. Le forze di Mosca hanno preso la cittadina di Kreminna, sparando sui civili in fuga e causando la morte di almeno quattro persone. Esplosioni a Kramatorsk, Mykolaiv e Kharkiv, dove è stato colpito un centro di aiuti umanitari. Le e forze ucraine resistono a Mariupol e il capo del Battaglione Azov fa sapere che la resa non è un’opzione. Per il ministro Kuleba, la città non esiste più. Circa 40.000 civili sono stati “deportati con la forza” dalla città e trasferiti in Russia o nelle regioni dell’Ucraina controllate dai russi. Il governatore ucraino della regione di Lugansk definisce la situazione “un inferno”.

IN AGGIORNAMENTO

07H46 Kiev: oltre 7mila crimini di guerra commessi da russi sotto inchiesta 

Sono oltre 7mila i crimini di guerra commessi dalle truppe russe a essere sotto inchiesta. Lo ha reso noto il ministero degli Affari interni dell’Ucraina, su Twitter. Sono, per la precisione, 7.280 i crimini sotto inchiesta da parte del procuratore generale ucraina.

07h35 Kiev: Russia ha perso 75% della Brigata di difesa costiera 

La 126esima brigata di Difesa costiera russa della Flotta del Mar Nero avrebbe subito perdite pari al 75%. Lo rende noto l’intelligence militare ucraina. Lo Stato Maggiore della forze ucraine, nel bollettino della propria intelligence militare, anche la Brigata della marina russa avrebbe perso 158 soldati, uccisi dalle forze ucraine. Ci sarebbero, inoltre, circa 500 altri feriti e 70 dispersi. Le forze russe mirano a stabilire il pieno controllo sul territorio delle regioni di Donetsk e Lugansk, oltre che sul tentativo di stabilire il pieno controllo della città di Mariupol.

07h30 Tymoshenko: Putin è un fascista, l’Europa è in pericolo 

“È la strategia di Putin, colpire la città più a ovest. Con la guerra molte ambasciate si sono spostate lì, e lui intende colpire anche gli stranieri”. Lo dice l’ex premier ucraina e ora leader del partito di opposizione Patria, Julija Tymoshenko, in una intervista a Repubblica, commentando la notizia dei missili su Leopoli. “Questi sono missili diretti contro il mondo intero, è il messaggio che Putin vi sta mandando, ed è una campana che sta suonando molto forte. Sta oltrepassando molte ‘red lines’, perciò l’Europa è in pericolo. Anzi, il mondo è in pericolo”, sostiene Tymoshenko. Putin “ha incoraggiato l’eliminazione di anziani, donne, bambini. Questo non può essere descritto in altro modo che con quella parola: barbaro. E fascista”, afferma l’imprenditrice del gas. Mentre Zelensky “è un presidente eletto democraticamente. Deve essere forte, E va aiutato. Non parlo solo degli ucraini, ma di tutto il mondo. Questo è molto importante per vincere. Prima della guerra io come leader dell’opposizione e il mio gruppo abbiamo avuto differenti visioni sulle politiche economiche e sociali. Lo abbiamo criticato molto, anche per non aver fatto abbastanza per le forze armate. Ma quando è caduto il primo missile, abbiamo cominciato subito a supportarlo. Ora non c’è opposizione, siamo una cosa sola. Un solo gruppo, e anche un solo cuore”. Per Tymoshenko, il ritorno dell’ambasciatore italiano, Pier Francesco Zazo, a Kiev “è un gesto importante di supporto all’Ucraina. Tutto quanto sta succedendo, a partire dai morti di Leopoli, non può che essere interpretato come un crimine di guerra. Sono bombardamenti indiscriminati. La responsabilità è di Putin, che per questo va punito”.

07h02 A Mariupol almeno 1000 civili in sotterranei acciaieria

Almeno 1000 civili hanno trovato rifugio e sono nascosti nei sotterranei dell’acciaieria Azovstal, a Mariupol. È quanto rende noto il consiglio comunale di Mariupol.

06h44 Casa Bianca, in programma oggi videchiamata Biden-alleati

Il presidente degli Usa Joe Biden terrà una videochiamata con gli alleati nella giornata di oggi per discutere della situazione in Ucraina. Lo ha reso noto la Casa Bianca, in una nota “Il presidente convocherà una videochiamata con alleati e partner per discutere del nostro continuo sostegno all’Ucraina e degli sforzi per ritenere la Russia responsabile come parte del nostro stretto coordinamento”, si legge nella nota.

06h39 Capo di Azov a Zaporizhzhia: resa? Opzione non contemplata

“Resa? Non ne abbiamo mai neppure parlato. I russi possono tranquillamente fare a meno dei loro ultimatum. Gli eroi combattenti di Mariupol si batteranno sino all’ultimo uomo, non cercano il martirio ma sono pronti a morire. Ma i rinforzi arriveranno prima”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera Michail Pirog, comandante del quarto Battaglione dei volontari della formazione nazionalista Azov, circa mille uomini nel distretto di Zaporizhzhia, la città del Centro-Sud più prossima a Mariupol. “Ci sono Marine della 36esima e 503esima Brigata, soldati della Guardia nazionale e tanti volontari della Azov. Sono unità ancora operative, siamo riusciti a inviare loro rinforzi di armi e munizioni sino a poche settimane fa. Possono ancora resistere per settimane, ma gli mancano cibo e acqua come ai civili”, afferma. La battaglia di Mariupol è “più” di una guerriglia urbana: “I nostri posseggono ancora razzi, armi anticarro, mortai leggeri. Sono soldati di un esercito, non guerriglieri urbani”. “Noi siamo patrioti che combattono per la libertà e la democrazia – risponde a chi, anche tra i Paesi europei alleati dell’Ucraina, accusa la Azov di essere una formazione neonazista e razzista – Sono loro i nuovi hitleriani. Noi ci battiamo anche per difendere le democrazie europee contro il fascismo espansionista di Putin”. Chi vi critica menziona la svastica sulle vostre uniformi e bandiere. La svastica su uniformi e bandiere della Azov “non ha alcun rapporto col nazismo: è un antico simbolo slavo, pan-europeo, persino indiano. Accusereste mai gli indiani per le svastiche antiche millenni? Ma sono discorsi che davvero oggi non hanno senso. La realtà è che ci stiamo difendendo da un’aggressione violenta e fanatica”.

06h32 Sindaco Mariupol: 40 mila civili deportati dai russi 

Circa 40.000 civili sono stati “deportati con la forza” in Russia o nelle regioni dell’Ucraina controllate dai russi. Lo ha detto il sindaco della città, Vadym Boichenko, parlando alla tv ucraina e spiegando che i numeri sono stati “verificati attraverso il registro municipale”. Lo riporta la Bbc.

06h14 Mosca: truppe Kiev bombardano villaggio russo vicino Belgorod

Un villaggio nella regione russa vicino Belgorod, Golovchino, sarebbe stato bombardato dall’esercito ucraino. È quanto riferisce l’agenzia di Stato russa Tass, citando il governatore di Belgorod Vyacheslav Gladkov. Al momento, secondo quanto riferito dallo stesso governatore, non ci sarebbero vittime.

06h08 Macron: dopo massacro Bucha mai più parlato con Putin

“Dai massacri che abbiamo scoperto a Bucha e in altre città, la guerra ha preso una piega diversa, quindi non gli ho parlato più direttamente da allora, ma non escludo di farlo in futuro”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron a France 5, come riporta The Guardian, spiegando che i suoi colloqui con il presidente russo Vladimir Putin si sono bloccati dopo che la scopera delle uccisioni di massa in Ucraina.

06h03 Onu: tempi non ancora maturi per un cessate il fuoco

Il capo umanitario delle Nazioni Unite ha affermato che “i tempi non sono ancora maturi” per stabilire un cessate il fuoco per portare aiuti umanitari in Ucraina. “Forse ci sarà un po’ di maturità”, ha detto il sottosegretario generale Martin Griffiths in una conferenza stampa. Dopo aver viaggiato a Kviv e Mosca per incontri di alto livello con funzionari ucraini e russi questo mese, Griffiths ha detto all’Associated Press di aver percepito poca fiducia tra gli avversari e di essere “non ottimista”. Griffiths ha chiesto che Russia e Ucraina tornassero a colloqui volti a porre fine alla guerra e per “un’accettazione molto, molto più volontaria, principalmente della Federazione russa, per consentire ai convogli di entrare e uscire”. “Per ora, aiutiamo le persone dove ne hanno bisogno”, ha affermato Griffith.

06h01 Macron: tornerò a Kiev, ma per fare la differenza 

“Tornerò a Kiev, ma andrò lì per fare qualcosa di utile. Non ho bisogno di recarmi lì per dimostrare sostegno”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al canale tv France 5, come riporta The Gurdian. “Se vado a Kiev, farà la differenza”, ha aggiunto, aggiungendo di aver parlato circa 40 volte dall’inizio della guerra al presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

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