Nuova sparatoria a Seattle, nella “Chop Zone” occupata dai manifestanti che protestano per l’uccisione di George Floyd. Un 16enne è stato ucciso mentre un 14enne è rimasto gravemente ferito ed è stato ricoverato in terapia intensiva. La zona ‘Capitol Hill Occupied Protest’ autogestita dai manifestanti è stata creata sulla scia dell’uccisione dell’afroamericano Floyd, morto durante un arresto a Minneapolis, in cui il 25 maggio un poliziotto bianco gli ha premuto il collo a terra con un ginocchio per otto minuti. In una strada, i manifestanti hanno creato un enorme murales che riporta il nome del movimento, ‘Black Lives Matter’. Essendo le proteste, ormai diffuse a livello nazionale e internazionale, contro il razzismo sistemico e la brutalità della polizia, la sicurezza della zona è gestita in autonomia dai manifestanti. La zona era stata occupata da centinaia di dimostranti pacifici, ma negli ultimi 10 giorni si sono verificate quattro sparatorie.
Nella prima, il 20 giugno, un 19 enne è stato ucciso e un 33 enne ferito. Il giorno successivo, un 17 enne è stato ferito, così come lo è stata due giorni dopo un’altra persona. A seguito dei ripetuti episodi di violenza le autorità locali hanno dichiarato di valutare lo smantellamento della zona Chop e riaprire la stazione di polizia. La direttrice del Seattle Police Department, Carmen Best, ha accusato dimostranti e abitanti di “non essere collaborativi con le richieste di aiuto” e ha descritto l’area come “non sicura, per nessuno”. Nel frattempo si sollevano da varie parti dello spettro politico richieste di dimissioni nei confronti della sindaca Jenny Durkan, accusata di aver gestito male la situazione. Secondo i media locali la zona Chop è pacifica e tranquilla di giorno, con volontari che distribuiscono cibo gratuitamente e gente che si rilassa nei parchi, dove è stato anche creato un giardino comunitario. Di notte, tuttavia, la tensione sale quando i dimostranti marciano e persone armate controllano le strade.