Nel giorno in cui il Senato italiano affossa il Ddl Zan, che mirava a contrastare la violenza di genere e omotransfobica, gli Stati Uniti emettono il primo passaporto con indicatore di genere ‘X’, una svolta nel riconoscimento dei diritti delle persone che si identificano come intersessuali, di genere non binario o non conforme. Il dipartimento di Stato non ha rivelato chi sia la persone destinataria del documento, ma in una nota ha assicurato che la nuova opzione sarà disponibile dall’inizio del 2022 a “chiunque richieda normalmente un passaporto”, per “servire meglio” ogni persona “a prescindere dal genere”. Verso una nuova normalità più inclusiva, in linea con le promesse del presidente Joe Biden di tenere in considerazione le minoranze Lgbtqia+.
Il dipartimento aveva annunciato a giugno che si stava muovendo per la modifica, inserendo su passaporti e certificazioni consolari di nascita all’estero (Crba) il nuovo indicatore, diverso da ‘M’ per ‘maschio’ e ‘F’ per ‘femmina’. I documenti del governo vengono allineati alla “realtà vissuta” dalle persone, ha commentato l’inviata speciale statunitense per i diritti Lgbtqia+, Jessica Stern, una realtà composta da un vasto spettro di caratteristiche umane non espresso dalle sole due voci. “Quando una persona ottiene documenti d’identità che riflettono la sua vera identità, vive con maggior dignità e rispetto”, ha aggiunto.
Non è noto se il passaporto sia stato emesso per Dana Zzyym, abitante intersessuale del Colorado che nel 2015 ha ingaggiato una battaglia legale con il dipartimento, dopo il rifiuto di emissione di passaporto perché non aveva scelto tra ‘M’ e ‘F’ sulla richiesta. Vi aveva scritto, invece, ‘intersex’, chiedendo in parallelo l’inserimento dell’indicatore ‘X’. Secondo documenti giudiziari, Zzyym alla nascita aveva caratteri sessuali che non consentivano la tipica classificazione di ‘maschio’ o ‘femmina’; dopo un’infanzia con un’educazione comunemente destinata ai ‘maschi’, ha subito vari interventi chirurgici. Ha poi servito nella Marina come uomo, ma nei successivi studi universitari ha optato per l’identificazione come intersessuale.
Negli Usa già da giugno chi richiede il passaporto può scegliere da sé il proprio genere, senza certificazione medica quando non corrisponda a quello dell’atto di nascita. Non si tratta del primo Paese a prevedere il genere ‘X’ sui passaporti: anche Australia, Canada, Nepal e Nuova Zelanda hanno una terza opzione. Stern ha detto di sperare che la decisione di Washington funga da trazione per altri Paesi, “affermando e sostenendo ovunque i diritti umani delle persone trans, intersex, di genere non conforme e non binario”.