Oltre ai due convegni il Consiglio regionale del Piemonte per l’occasione ha deciso di aprire una seduta alle autorità locali e ai rappresentanti delle associazioni e dei sindacati. “Ogni tre giorni in Italia una donna muore perché vittima di violenza. I dati del Ministero dell’Interno in questo 2022, fino al 20 novembre, parlano di 273 omicidi registrati, con 104 vittime donne, di cui 88 uccise in ambito familiare-affettivo. Di queste, 52 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner. Sono cifre terribili”, ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia aprendo la seduta. Presente in sala anche il governatore della Regione Alberto Cirio. Il Consiglio infine ha voluto dedicare la panchina rossa, simbolo del posto occupato da una donna vittima di violenza, alla memoria di Maria Masi, figlia di una dipendente dell’assemblea legislativa.
Violenza donne, 150 accolte in Piemonte nei primi mesi 2022: molestie sui social in aumento
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In Italia quasi una donna su tre ha subito nel corso della propria vita qualche forma di violenza fisica o sessuale. Un fenomeno che a livello mondiale interessa una donna su tre. Numeri che, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, inducono a riflessioni e analisi. Il Consiglio regionale del Piemonte a tal proposito ha organizzato due convegni, uno sulla violenza digitale di genere e un altro sulla tratta degli esseri umani, problema che ha una forte connotazione di genere.
Per arginare questo fenomeno la Prefettura di Torino ha avviato dal 2019 il progetto ALFA-Accogliere le Fragilità, finanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Interno, che si pone come obiettivo quello di assicurare tutela immediata e adeguata alle persone vulnerabili e in particolare alle donne straniere regolarmente soggiornanti. L’identificazione precoce delle potenziali vittime è il primo passo di un percorso di inclusione sociale che prevede anche il potenziamento del raccordo tra sistemi di protezione e accoglienza e le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria. Una tutela particolare va poi riservata alle persone vulnerabili con minori a carico. Da gennaio ad aprile di quest’anno il Piemonte ha accolto e assistito 150 donne vittime della tratta degli esseri umani, la maggior parte delle quali proviene dalla Nigeria (90%) o dalla Costa d’Avorio.
Un altro fenomeno riguarda le violenze attraverso internet e i social, i cui dati sono in crescita rispetto al periodo pre-pandemia nelle scuole secondarie di secondo grado e nelle agenzie formative. Nel corso della propria vita il 6,8% delle donne ha avuto proposte inappropriate o commenti osceni o maligni sul proprio conto attraverso i social network e all’1,5% è capitato che qualcuno si sia sostituito per inviare messaggi imbarazzanti o minacciosi od offensivi verso altre persone. Più del 44% delle molestie sui social si è ripetuto più volte nel caso di vittime donne. Per contrastare la violenza di genere online è necessario un percorso di sensibilizzazione, con campagne e approfondimenti, e il contributo di figure istuzionali, a scuola e nelle università, che facciano da garanti. Sul piano normativo servono sanzioni adeguate per i colpevoli.
Il lavoro da fare a livello nazionale non manca. Il piano di Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 dell’istituto di ricerca IRES Piemonte presenta cinque priorità (lavoro, reddito, competenze, tempo, potere) e punta alla risalita di cinque punti entro il 2026 nella classifica dell’indice sull’uguaglianza di genere. Il punteggio assegnato all’Italia nel 2021 è pari a 63,8 su 100, che vale il 14° posto tra i 27 paesi Ue, 4,2 punti sotto la media Ue. A tal proposito la crescita dell’industria della pornografia non aiuta. Alcune indagini hanno rivelato una correlazione tra l’esposizione alla pornografia violenta e una maggiore tendenza e normalizzazione, soprattutto tra i più giovani, della violenza contro le donne.