La Commissione Ue “seguirà con attenzione l’impatto degli annunci fatti dal presidente” francese Emmanuel Macron sul deficit della Francia. Parola del commissario Ue per l’Economia, Pierre Moscovici. “Siamo in contatto costante con le autorità francesi”, ha aggiunto Moscovici, dopo che lunedì Macron ha annunciato una serie di misure per rispondere alla crisi dei gilet gialli. Moscovici sta partecipando alla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo.
L’ex ministro delle Finanze francese, rispondendo a una domanda di AFP in un corridoio del Parlamento europeo, si è rifiutato di dire di più. Fra le misure annunciate da Macron per placare la collera dei gilet gialli ci sono l’aumento del salario minimo di 100 euro al mese a partire dal 2019, l’esenzione dall’aumento della tassazione Csg per le pensioni al di sotto dei 2mila euro e gli straordinari non tassati. Stamattina il portavoce del governo, Benjamin Griveaux, ha riferito che le misure costeranno “fra 8 e 10 miliardi di euro“, confermando così quanto già anticipato lunedì sera su Bfmtv dal sottosegretario per i Conti pubblici, Olivier Dussopt. Il punto, dunque, è capire se alla luce di questo la Francia potrà ancora rispettare la famosa regola europea di un deficit pubblico inferiore al 3% del Pil. Inizialmente nel piano di bilancio francese, che deve essere adottato entro fine anno, il governo aveva previsto un deficit pari al 2,8% del Pil, in leggero aumento rispetto al 2018 (quando è atteso un deficit al 2,6%).
Oggi, intanto, la parola passa al primo ministro francese Edouard Philippe. A partire dalle 15, Philippe delineerà ai deputati all’Assemblea nazionale i contorni delle misure annunciate dal capo dello Stato. Proprio il presidente dell’Assemblea Richard Ferrand ha annunciato a RTL che la Francia “probabilmente aumenterà il deficit” pubblico “temporaneamente” per finanziare le misure, assicurando comunque che il deficit tornerà al di sotto del 3% nel 2020. Secondo Ferrand l’aumento del deficit “non sarà massiccio” e sarà “strettamente temporaneo” perché nel 2020 “non avremo questo effetto cumulativo delle misure e ritroveremo un ritmo inferiore al 3%”.