Volano gli stracci in maggioranza sulla riforma della prescrizione. Matteo Renzi non arretra di un millimetro e dopo aver definito la legge Bonafede un “obbrobrio”, rincara anche la dose: “E’ una schifezza, e se ci chiedono di votarla non ci stiamo”. La posizione di Italia viva riaccende l’antico fuoco delle polemiche nel Pd, che attacca a testa bassa il nuovo partito del suo ex segretario: “Renzi bluffa, Iv ha votato con Salvini e con la destra per impedire, sostanzialmente, l’avvio della riforma del processo penale”, gli rinfaccia Walter Verini. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Guardasigilli, che va oltre: “Prendo atto che Italia viva si è isolata rispetto alla maggioranza, votando insieme a FI e alle opposizioni”. La replica non si fa attendere: “Caro ministro, per impedire che i cittadini siano imputati a vita definirei il nostro uno splendido isolamento. Voi e il Pd sarete pure in compagnia, ma siete anche fuori dal mondo”, rintuzza il capogruppo al Senato, Davide Faraone.
Il presidente del Consiglio prova a stare fuori dalla polemica, ma anche nella trasferta ad Algeri l’attualità di casa nostra è inevitabile. “Stiamo lavorando con il ministro Bonafede alla versione definitiva, e la riconsegneremo a ciascuna della forze politiche per un’ulteriore valutazione, mi aspetto che Italia Viva possa valutarla nel merito”, dice infatti Giuseppe Conte. Che ribadisce: l’obiettivo è “abbreviare i tempi della giustizia”. I toni di mediazione del premier, però, non spengono le polemiche tra Pd e Iv. Così dai piani alti del Nazareno il bombardamento colpisce forte: “A pochi giorni dal voto in Emilia-Romagna e in Calabria, Renzi sa solo dividere e fare polemiche nella maggioranza”. Accuse che fanno irritare i renziani, la cui narrazione è diversa: vogliamo tornare alla legge firmata da Andrea Orlando. Il vicesegretario dei democratici, però, replica con ironia: “È bello quando il tuo lavoro viene, passato un certo tempo, valorizzato ed addirittura esaltato. Senza alcuna strumentalità, poi. Sì, per certi aspetti è commovente”.
L’ex ministro della Giustizia, poi, tende la mano ricordando le proposte di modifica avanzate da Conte. Che “abbiamo ritenuto un passo avanti apprezzabile e la condizione per proseguire il confronto”. Ma “se c’è una trattativa aperta si devono sospendere le iniziative delle singole forze politiche”. In poche parole, basta colpi bassi e voti ‘ribelli’. Mentre la maggioranza un po’ litiga e un po’ prova a tenere i rapporti in equilibrio, sullo sfondo ci sono le opposizioni. La Lega incontra l’Unione delle Camere penali, che consegnano al Carroccio la proposta di un referendum abrogativo della legge Bonafede. Anche Forza Italia attacca a testa bassa per bocca delle capogruppo di Camera e Senato, Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini, e propone con Enrico Costa una norma che prevede il pagamento delle spese per gli avvocati a carico dello Stato quando l’imputato viene assolto. Il tema è caldo, insomma, e il clima politico ribolle.