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Il mondo sotto scacco pandemia: 315mila casi e 13.600 morti

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 Il bilancio dei contagi e delle vittime del Covid-19 cresce drammaticamente in Europa, Medioriente e Nord America, con conseguente pressione drammatica sui sistemi sanitari nazionali. Reparti di terapia intensiva che si riempiono, respiratori e farmaci che scarseggiano, così come i dispositivi per la protezione degli operatori sanitari. A livello globale sono più di 315mila le infezioni confermate e oltre 13.600 i morti, secondo la Johns Hopkins University. Circa 150 i Paesi colpiti, mentre le persone guarite sono 94mila, la gran parte in Cina. Gli occhi sono puntati sull’Italia, il Paese con la situazione più grave in Europa, e sulla Spagna, che ha deciso di dichiarare altri 15 giorni di stato d’emergenza. In un giorno nel Paese il numero dei morti è aumentato del 30%, a 1.720, i contagi sono ormai 28.572. Le misure di isolamento e distanziamento proseguono, ma il premier Pedro Sanchez è stato chiaro: “Il peggio deve ancora arrivare”.

In Germania, quasi 2mila nuovi casi hanno portato il totale a oltre 18mila, mentre i morti sono 55, e la cancelliera Angela Merkel ha annunciato il divieto ai raduni di più di due persone in pubblico. Subito dopo l’annuncio è andata in quarantena, scoprendo di essere entrata in contatto con un medico contagiato. Nel Regno Unito i morti sono 281, 48 dei quali in un giorno, e i casi confermati sono 5.683, 665 nuovi. Il governo ha annunciato che misure di contenimento più rigide potrebbero arrivare, chiedendo a 1,5 milioni di persone considerate le più vulnerabili di restare in isolamento per tre mesi. In Francia, dove prosegue il ‘lockdown’ e ci sono 674 morti e 16mila casi, è morto il primo medico contagiato: si tratta di un medico d’emergenza di Compiègne, nell’Oise.

L’allarme resta alto negli Stati Uniti, dove milioni di persone sono chiuse in casa per ordine delle autorità e, locali, negozi e scuole chiusi, mentre 380 contagiati sono morte e 27mila gli infetti . Anthony Fauci, direttore dell’Istituto malattie infettive, ha detto di sperare che gli Usa non seguano lo stesso andamento dell’Italia nella lotta al virus. Il sindaco di New York Bill Blasio, il cui Stato è tra le zone più colpite, ha previsto che la crisi peggiorerà nei prossimi 10 giorni: mancheranno posti letto, respiratori, personale e medicine. E ha accusato la Casa Bianca di essere inerte, dopo che le ha “ripetutamente” chiesto di agire e mobilitare l’esercito. Il segretario al Tesoro Steven Mnuchin ha poi annunciato che Congresso e Casa Bianca stanno per trovare l’accordo su un pacchetto di stimoli economici che prevederebbe assegni per le famiglie e altri aiuti per 10 settimane, 4mila miliardi di dollari in liquidità per le aziende. Nel frattempo è risultato positivo il senatore repubblicano Rand Paul, dopo due deputati. E almeno 38 detenuti di un carcere di New York sono anch’essi positivi: cioè oltre la metà del totale.

 In alcuni penitenziari della Colombia i detenuti hanno dato il via a rivolte e tentativi di fuga, per protesta contro il rischio contagi: 23 i morti, decine i feriti. In Medioriente, invece, Teheran ha rifiutato gli aiuti offerti dagli Usa, che ha imposto pesanti sanzioni a Teheran per il suo programma nucleare. Nel Paese il dato ufficiale parla di 1.685 morti e 21.638 contagiati, ma gli esperti dell’Oms ritengono sia una sottorappresentazione. Invece Wuhan, in Cina, dove la pandemia si è manifestata, per il quarto giorno non ci sono stati casi registrati. Servono 14 giorni perché la città possa allentare le draconiane misure di limitazione agli spostamenti, ma in Cina parchi e luoghi pubblici lentamente riaprono e le aziende ricominciano a lavorare, pur restando in vigore le restrizioni per evitare nuovi casi importati dall’estero.

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