“Chiederemo se il mio provvedimento viene spazzato da quello del governo o se rimane, cercheremo di capire quale dei due sia in vigore”. Così il presidente della Lombardia Attilio Fontana stamattina a Radio24 sul coronavirus. “Ho emesso l’ordinanza perchè avevo una pressione da parte dei sindaci dei capoluoghi e degli stakeholder, da parte del governo non avevo ricevuto ancora neanche una bozza, pensavo che il governo potesse tirare in lungo”, ha aggiunto il Governatore dopo la firma ieri sera del Decreto governativo con restrizioni meno stringenti di quelle adottate in Lombardia e scia di polemiche. “Io non voglio nessuna guerra, se prevale il loro Dpcm ne prendo atto“. Ha poi aggiunto Fontana rispondendo al possibile braccio di ferro su conflitto di competenze. Nessuna intenzione da parte della Lombardia di ricorrere al TAR: “Io col governo centrale ho sempre collaborato, poi qualche motivo di frizione può esserci”, aggiunge, “non ho mai avuto problemi col governo”, ma “secondo me era più giusta la mia ordinanza”. Una correzione di tiro da parte del Presidente regionale che ieri sera a caldo aveva esortato i lombardi a considerare valida l’ordinanza regionale: “Rivolgendomi a tutti i lombardi – aveva detto Fontana – dico loro di considerare valida e efficace l’ordinanza che ho firmato ed emanato per tutta la nostra regione. Nella stessa sono contenuti elementi certi e chiari, sia dal punto di vista delle prescrizioni, sia per quanto riguarda le tempistiche”.
Oggi in un‘intervista al Corriere della Sera Fontana ha comunque difeso con convinzione le disposizioni della sua Regione: «Mi sembra un po’ riduttivo rispetto alle misure che avevamo predisposto noi. Perché non chiudere tutti gli studi professionali, gli uffici pubblici e gli alberghi? E i cantieri edili? Avevamo anche il consenso dell’associazione dei costruttori! E il divieto di andare nelle case di vacanza? Qualcuno mi deve spiegare il perché. Hanno detto che c’è il consenso di tutte le Regioni, ma se è così manca quello della Lombardia.