Una scarica di energia con lunghi assoli di chitarra e testi che “vogliono far riflettere sull’egoismo e la superficialità del mondo odierno”: è ‘Dod eat dog’, il nuovo album di Pino Scotto, una delle istituzioni del rock italiano e non solo, che esce domani su tutte le piattaforme streaming e in digital download, e poi ad aprile in formato fisico. Il disco è anticipato dal singolo ‘Don’t waste your time’, che sembra parlare proprio di questi giorni difficili per spiegare che il tempo che abbiamo non è scontato, e non va sprecato. Una situazione che Scotto sta vivendo “da allucinato. Nessuno di noi – sottolinea parlando con LaPresse – se l’aspettava, all’inizio l’hanno presa tutti sotto gamba, anche i politici, che magari dovevano aspettarsi una pandemia del genere”. Com’è nel suo stile, il grande rocker parla senza freni e tuona: “Quelli che mi fanno incazzare sono quelli che ancora vanno in giro, quelli che addirittura si spostano per andare al Sud. Spero che lì li aspettino con le mazze da baseball”.
Dopo aver scritto un album che parla “delle battaglie sociali che scoppiano inutilmente ogni giorno”, Scotto spera, come molti, che l’epidemia in atto, quando sarà finita, possa cambiare in meglio le cose. “Il popolo purtroppo non ha memoria – dice l’artista -, ma questa cosa è talmente grave che spero che dopo si riesca a riflettere su quelli che sono i veri valori, e magari a rendersi conto che prima non era poi tanto male…”.
Rocker purosangue e ‘animale da palcoscenico’, Scotto scalpita per riuscire a capire quando potrà partire il tour: “Io un album lo faccio per poi portarlo in tour. Adesso ho preso il ritmo di un disco ogni due anni: esce l’album, poi faccio un anno e mezzo di tour, poi in sei mesi scrivo l’album successivo. Ormai – scherza – è una catena di montaggio”. In questo nuovo lavoro “con i testi siamo nelle mie tematiche, è un po’ il seguito di ‘Occhio per occhio’. Ma qui ho cercato di svuotare completamente la mia mente, che è anche quello che vorrei che facesse chi lo ascolta. Come quando da ragazzo prendevo un disco e non riuscivo a toglierlo dal lettore anche per giorni”. La musica di ‘Dog eat dog’ porta l’inconfondibile impronta dell’artista: “Ho cercato di fare un album con influenze jazz, blues, anche funky e mi sono divertito tantissimo”. Come sempre, si dovrebbe dire: “Già dagli anni ’80, finita l’esperienza dei Vanadium, avrei potuto ‘vivere di rendita’ facendo dischi di cover. Ma mi ero stancato di quello che facevamo e ho preferito il percorso da solista, contaminando anche con il blues, addirittura con il rap, e sono stato il primo a farlo. Sono sempre stato libero, e ho potuto fare sempre quello che ho voluto”. Nella musica, come nella vita, intensa e senza rimpianti. “Il brano ‘Before it’s time to go’ parla di redenzione, anche da tutti gli eccessi degli ultimi 45-50 anni. Ma in fin dei conti, il bicchiere è sempre mezzo pieno”.