È stato varato l’ultimo impalcato che completa la struttura del Nuovo Ponte di Genova. Presenti al varo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro alle Infrastrutture Paola De Micheli, l’ad di Salini Impregilo Pietro Salini, l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono, il sindaco di Genova Marco Bucci, il governatore della Liguria Giovanni Toti.
“Questo è il cantiere dell’Italia che sa rimboccarsi le maniche e non si è abbattuta per la tragedia” queste le parole del Premier che ha tenuto un punto stampa al centro del cantiere. “Il nuovo ponte di Genova e Genova sono un modello per l’Italia intera. Lo Stato non ha mai abbandonato Genova – ha poi insistito il Presidente del Consiglio – Lo abbiamo solennemente detto a poche ore dalla tragedia, ero già qui e abbiamo detto subito che Genova non sarebbe stata lasciata sola. Questa presenza è doverosa ma sono qui anche con grande piacere perché oggi suturiamo una ferita”.
Dopo il completamento a febbraio delle 18 pile, Salini Impregilo e Fincantieri insieme nella joint venture Pergenova hanno avviato la fase finale della costruzione della struttura portante, dopo soli 10 mesi dal primo getto delle fondazioni a giugno 2019. Con il sollevamento del diciannovesimo e ultimo impalcato oggi vengono completati i 1.067 metri di viadotto sul Polcevera saldati in un’unica enorme piastra d’acciaio tenuta insieme dalle 18 giganti pile di calcestruzzo.
La diciannovesima campata arriva così nella sua posizione finale a 40 metri d’altezza, tra le pile 11 e 12.
In quella che è stata una cerimonia per il varo della nuova imponente struttura è intervenuto anche l’ad di Salini Impregilo Pietro Salini, “Siamo qui a ricordare un giorno importante. Mi ricordo quel giorno, il 14 agosto 2018, in cui ci sono state 43 vittime. Siamo un Paese con una ricchissima storia di infrastrutture. Ma ci siamo dimenticati che vanno manutenute: non sono eterne”. Anche oggi e onnipresente, l’ombra lunga della pandemia anche nelle parole dell’amministratore delegato: “Il Coronavirus oggi ci ha tolto la forza delle mani, non possiamo stringerle, ma le stringo simbolicamente a tutti. I costruttori costruiscono le cose con le mani. C’è tanta gente che vuole lavorare. Vorrei che questo ponte fosse un messaggio per un piano di ricostruzione che dia lavoro a milioni di persone”.
“Presidente Conte, le chiedo in ginocchio: pensiamo a un Piano Conte, come un piano Marshall per fare ripartire il Paese”, ha concluso l’ad di Salini Impregilo.