Resta. Triste e solitario. Messi non si muoverà dal Barcellona almeno fino a giugno del prossimo anno. Non poteva fare altrimenti, sentendosi ‘tradito’ dal presidente Josep Maria Bartomeu che “non ha mantenuto la parola data” in merito alla sospensione della clausola rescissoria. Vestirà ancora in blaugrana, la maglia della sua vita, perchè è impossibile per lui e probabilmente per qualunque club al mondo (anche per il Manchester City), pagare 700 milioni di euro per renderlo libero di giocare altrove. Finisce così, con parole gonfie di rabbia e delusione, mestizia e rassegnazione, rilasciate al portale Goal.com, la telenovela che per circa due settimane ha infiammato il mondo del calcio. Il giocatore più forte al mondo, il sei volte Pallone d’Oro, ha preso atto, al termine di una ennesima giornata convulsa, che non c’erano margini di resa da parte del Barcellona e che l’unica via percorribile sarebbe stata quella di portare il club in tribunale. A quella soluzione estrema il calciatore, che deve la sua carriera proprio al club blaugrana, non è mai voluto arrivare per il bene della società, come ha lui stesso ha voluto spiegare, anche se si intuisce dalle sue parole che gli è stata tesa una ‘trappola’ che lascerà comunque un segno nei suoi rapporti con la dirigenza. “Ho detto alla società, soprattutto al presidente, che volevo andare via. Gliel’ho detto durante tutto l’anno. Ero sicuro che fossi libero di andar via, il presidente ha sempre detto che alla fine della stagione potevo decidere se restare o meno. Adesso si aggrappano al fatto che non l’ho detto prima del 10 giugno, quando è chiaro che il 10 giugno eravamo in corsa per La Liga e che il coronavirus ha alterato tutta la stagione. Questa è la ragione per la quale resterò al Barcellona”.
Messi voleva andare altrove stavolta. Pensava, come ha lui stesso ha dichiarato, che fosse il momento di farsi da parte, inseguire nuovi obiettivi e provare ad avere nuovi stimoli. “Credevo che il club avesse bisogno di gente più giovane, di gente nuova, e pensavo che si stava per concludere la mia avventura al Barcellona con grande dispiacere, perchè ho sempre detto che avrei voluto chiudere qui la mia carriera. E’ stato un anno molto complicato, ho sofferto molto durante gli allenamenti, nelle partite, nello spogliatoio. Era diventato tutto molto difficile per me e è arrivato un momento in cui ho pensato di andare in cerca di nuovi obiettivi, di aria nuova”, ha provato a spiegare l’argentino. Non è stato a causa del risultato in Champions contro il Bayern che aveva deciso di accelerare la scelta di andare via. Messi, ha confidato nell’intervista, era da tempo che pensava a questa decisione. “Gliel’ho detto al presidente e il presidente mi ha sempre detto che alla fine della stagione avrei potuto decidere se andarmene o se restare e alla fine non ha mantenuto la sua parola. Il burofax era per rendere ufficiale la mia decisione”, ha voluto sottolineare ancora il calciatore argentino che intende comunque onorare il club fino alla fine lanciando un messaggio di ottimismo ai suoi tifosi. “Come al solito, darò il massimo, farò del mio meglio per lottare per tutti gli obiettivi e spero di potermi dedicare alle persone che hanno passato un brutto periodo in questa battaglia contro il virus”, ha spiegato ai suoi fan.
La giornata della svolta si era aperta con il padre di Messi, Jorge, che è anche il suo agente, che aveva risposto alla Liga sottolineando in una lettera la non validità della clausola rescissoria. A stretto giro la Liga ha replicato ribadendo la sua posizione iniziale. Era il segnale definitivo che nulla avrebbe smosso la situazione. E che il divorzio tra Messi e Barcellona si sarebbe consumato soltanto in tribunale, facendo volare stracci. La Pulce ha pensato allora che fosse meglio una coabitazione sofferta in attesa tra un anno di un separazione consensuale.