Quattro sospetti chiave per l’omicidio del presidente haitiano Jovenel Moise, avvenuto il 7 luglio del 2021 nella sua casa vicino alla capitale Port-au-Prince, sono stati trasferiti negli Stati Uniti per essere processati. Lo riferisce il dipartimento della Giustizia Usa, precisando che fra i 4 ci sono James Solages e Joseph Vincent, rispettivamente di 37 e 57 anni, entrambi haitiani-americani, che furono tra i primi a essere arrestati dopo che Moise fu raggiunto da 12 colpi di pistola il giorno dell’omicidio. Gli altri due accusati sono Christian Emmanuel Sanon, uomo d’affari fallito, che le autorità hanno identificato come una figura chiave, e il cittadino colombiano 44enne German Rivera Garcia, uno delle decine di ex soldati colombiani accusati nell’ambito del caso. I collaboratori di Sanon hanno suggerito che sia stato ingannato dalle vere e non ancora identificate menti dietro l’assassinio che ha fatto sprofondare Haiti nel caos politico e scatenato un livello di violenza di gruppo mai visto da decenni. I quattro uomini dovranno comparire in tribunale mercoledì a Miami.
In totale sono ora 7 i sospetti sotto la custodia degli Stati Uniti nell’ambito del caso. Decine di altri si trovano invece ancora nel penitenziario principale di Haiti, che è gravemente sovraffollato e spesso manca di cibo e acqua per i detenuti. Il dossier ha raggiunto una situazione di stallo virtuale ad Haiti: l’anno scorso le autorità locali hanno nominato un quinto giudice per indagare sull’omicidio dopo che altri 4 erano stati licenziati o si erano dimessi per motivi personali. Un giudice ha dichiarato ad Associated Press che la sua famiglia gli ha chiesto di non occuparsi del caso perché temeva per la sua vita; e un altro giudice si è dimesso dopo che uno dei suoi assistenti è morto in circostanze poco chiare.