Pubblicare sul suo profilo Facebook un elenco di insulti e minacce che le sono arrivati nell’ultimo mese con nomi e cognomi degli autori, ha esposto Laura Boldrini a solidarietà ma anche a molte critiche. Alle quali ora risponde sul settimanale Oggi: “Sono convinta di aver fatto la cosa giusta e la rifarò, per senso di responsabilità, così come credo che un’assunzione di responsabilità sia necessaria anche da parte di questi violenti: devono sapere che se scrivono quelle cose potrebbero doverne rispondere pubblicamente davanti a parenti, amici, datori di lavoro”.
La presidente della Camera nell’articolo che Oggi pubblica nel suo prossimo numero spiega: “Non si può continuare a ignorare il tema dell’odio in Rete. Non riesco più a sopportare che a questa violenza fortemente misogina si risponda con la sottomissione, come fosse il prezzo che specie noi donne dobbiamo pagare per stare sul Web”.
Aggiunge Boldrini: “Dopo quel post, Richard Allan, vice presidente Public Policy Europa, Medio Oriente e Africa di Facebook, mi ha chiesto un incontro, nel quale non indietreggerò di un passo rispetto alla richiesta di una assunzione di responsabilità anche da parte loro. Devono istituire in ogni Paese un team di sorveglianza di questi fenomeni. Perché al momento è la vittima che deve farsi carico del problema, segnalando i violenti, denunciando, esponendosi a conseguenze, e aspettare pazientemente che vi sia una reazione da parte del social network, che non sempre arriva in tempo utile. Secondo la policy di Facebook, con quel post io ho infranto le regole. Ma dove si è mai visto che debba essere la vittima ad accollarsi l’onere di proteggersi dai violenti, o addirittura proteggerli col silenzio? È il mondo alla rovescia”.