Alla domanda presupposta dal titolo forse non sa rispondere nessuno, nemmeno Roy Hodgson che ha visto la sua Inghilterra in un saliscendi di prestazione e di umore davvero preoccupante fino a oggi. Il test contro l’Ecuador, un’altra delle incognite di questo Mondiale, formazione da inserire tra gli outsider rischiosi alla vigilia della partenza della competizione, è indubbiamente interessante per molti motivi. In particolare per l’Italia che scenderà in campo per il suo ultimo test quasi contemporaneamente agli inglesi e che proprio contro la squadra di Hodgson giocherà all’esordio, in una partita estremamente importante per il futuro degli azzurri al Mondiale.
A Wayne Rooney, uomo simbolo e guida della squadra, è stato chiesto un ulteriore sacrificio da parte del CT, quello di giocare sulla fascia esterna sinistra: un ruolo che Rooney non ama particolarmente e al quale si dovrà dedicare suo malgrado. La vittoria contro il Perù ha chiarito alcuni dei dubbi di Hodgson ma certo non tutti: a Miami dovremmo rivedere il 4-2-3-1 che Hodgson ha testato nelle ultime amichevoli e in allenamento con Lambert, appena messo sotto contratto dal Liverpool di punta, Alex Oxlade-Chamberlain a destra nel centrocampo che vedrà Jack Wilshere giocare dal primo minuto la sua prima partita da marzo, dal momento dell’infortunio che aveva messo in forse la sua presenza in Brasile.
Anche Milner sarà sotto osservazione, in un ruolo più arretrato rispetto alle sue abitudini. E Rooney, in condizioni fisiche non straordinarie e un po’ appesantito, proverà ad alzare il livello di ritmo di una squadra che contro il Perù, nonostante la vittoria per 3-0 (reti di Sturridge, Cahill e Jagielka) è sembrata un po’ arrugginita e macchinosa.
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