Si è aperto oggi con un rinvio all’11 settembre il processo Ruby ter, che vede l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi imputato per corruzione giudiziaria per i 10 milioni di euro che – nell’ipotesi dell’accusa – il leader di Forza Italia avrebbe pagato in cambio di testimonianze reticenti ed edulcorate durante i processi per il ‘caso Ruby‘. Secondo la Procura la sola Ruby, Karima El Mahroug, avrebbe ricevuto 7 milioni di euro (per le altre ragazze, invece, pagamenti mensili da 2mila a 5mila euro, oltre a case e altri beni) per negare l’esistenza di incontri a carattere sessuale nel corso delle cene del ‘bunga bunga‘. Nell’udienza di oggi, la decima sezione penale di Milano ha deciso di riunire il procedimento a carico dell’ex premier con quello a carico della stessa Karima El Mahroug e di altri 22 imputati. I giudici di Milano hanno quindi accolto parzialmente la richiesta della pm Tiziana Siciliano, titolare del fascicolo con il collega Luca Gaglio, di un rinvio di “almeno sei mesi” del processo.
Una richiesta motivata dal fatto che, dopo lo ‘spacchettamento’ del processo in sede di udienza preliminare, con gli stralci dell’inchiesta trasferiti a Treviso, Monza, Pescara e in altre tre sedi, la Procura di Milano aveva chiesto nuovamente la competenza territoriale in seguito a nuovi versamenti di denaro da parte di Berlusconi a tre ragazze, che per l’accusa risalirebbero allo scorso mese di ottobre. Una presunta corruzione che sarebbe avvenuta nel capoluogo lombardo, per questo la Procura ha chiesto la restituzione degli atti trasmessi dal gup a Monza e a Treviso. Un provvedimento definito “abnorme” dalla difesa di Berlusconi, che ha presentato ricorso in Cassazione (l’udienza è fissata per il 14 luglio). Secondo la difesa dell’ex Cavaliere, i pm trevigiani e brianzoli non avrebbero infatti potuto restituire ai giudici milanesi, come hanno fatto, gli atti relativi a Giovanna Rigato (Treviso) e Aris Espinosa ed Elisa Toti (Monza) senza la conferma da parte di un gip. È invece attesa per il 13 luglio a Pescara l’udienza preliminare del processo a Miriam Loddo, l’ex ‘meteorina’ accusata di falsa testimonianza, in cui il tribunale abruzzese dovrebbe decidere sulla propria competenza territoriale. Anche in questo caso, c’è la possibilità che gli atti tornino a Milano.
“La Procura chiede un rinvio di almeno sei mesi” poiché “sarebbe assurdo iniziare lo stesso processo due, tre o quattro volte”, a seconda dell’esito delle decisioni della Cassazione e del gup di Pescara, “e celebrare ‘cloni’ dello stesso processo”, ha detto in aula la pm Siciliano. Una richiesta giudicata “ragionevole” dall’avvocato Federico Cecconi, legale di Silvio Berlusconi, che ha espresso la sua adesione, così come le altre difese. I giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano hanno invece deciso di rinviare di soli due mesi l’inizio del processo. “All’11 settembre avremo risposte da Pescara e da Roma”, hanno detto i giudici, spiegando che “se gli atti non ritorneranno qua faremo il nostro processo, altrimenti prenderemo in considerazione un rinvio più lungo”.
“La decisione del tribunale è evidentemente interlocutoria, a fronte di una richiesta estremamente ragionevole della Procura di differimento della trattazione del processo, in attesa che alcuni dei frammenti dell’inchiesta vengano accorpati al procedimento principale. Io credo che l’11 settembre sarà ancora un’udienza interlocutoria” perché “obiettivamente le tempistiche sono molto ravvicinate”, ha commentato l’avvocato Federico Cecconi, difensore dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel processo Ruby ter, iniziato oggi e subito rinviato in attesa delle decisioni della Cassazione e del gup di Pescara in merito agli stralci dell’inchiesta che potrebbero tornare a Milano. La richiesta di rinvio “di almeno sei mesi” da parte della Procura è inusuale per un processo a Silvio Berlusconi, ma “è stata fatta nei termini di massima ragionevolezza sulla base dei documenti e degli atti”, ha sottolineato.