Perquisita l’abitazione di Marco Lillo, a Roma. Il giornalista del ‘Fatto quotidiano‘ ha dovuto fornire, si legge sul sito web del giornale, “file e messaggi contenuti nei suoi cellulari, computer, tablet e pen drive”. La perquisizione, secondo quanto si apprende disposta dalla procura di Napoli, sarebbe legata alla presunta fuga di notizie sul caso Consip, che vede tra gli indagati, in un fascicolo aperto a Roma, anche il pm di Napoli Henry John Woodcock.
Sono due i fascicoli aperti dalla procura di Roma per la fuga di notizie sulla vicenda Consip: uno è legato alle notizie relative ad atti istruttori di cui, a indagini ancora in corso, sono venuti a conoscenza organi di stampa. Proprio per questa vicenda il Noe venne sollevato dall’inchiesta che fu affidata al Nucleo investigativo di Roma e in tale ambito rientrano le accuse a Woodcock, responsabile dell’inchiesta napoletana sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione, e Federica Sciarelli, accusata di aver fatto da tramite per far arrivare atti pubblicati dal quotidiano ‘Il Fatto’ nel dicembre scorso.
Nell’altra indagine, quella legata alle informazioni giunte ai vertici Consip che erano a conoscenza di intercettazioni e pedinamenti in corso, rispondono di rivelazione di segreto d’ufficio il ministro dello Sport, Luca Lotti, il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, e il generale di brigata dell’Arma Emanuele Saltalamacchia.
Risponde inoltre di falso il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, che secondo gli inquirenti avrebbe alterato in più punti l’informativa sulla quale si basavano buona parte delle accuse a Tiziano Renzi, indagato per traffico di influenze. E il vice comandante del Nucleo operativo ecologico, Alessandro Sessa, interrogato nel pomeriggio a piazzale Clodio, è accusato di depistaggio per aver mentito nel corso di un’audizione testimoniale con i pm.