Orso d’argento per la miglior sceneggiatura al film italiano “Piranhas” tratto da “La Paranza dei bambini” il libro di Roberto Saviano. A Berlino, dunque, arriva un premio prestigioso per il nostro cinema. La sceneggiatura è firmata dallo stesso Saviano, Maurizio Braucci e dal regista Claudio Giovannesi. E’ la storia drammatica e tragica di un gruppo di ragazzi napoletani che formano un vero e proprio gruppo criminale camorrista, entrano nello spaccio della droga e combattono battaglie più grandi di loro contro i boss della malavita organizzata cercando di scalzarli. Finisce, ovviamente, in tragedia ed emerge in questa storia un mondo senza speranze o meglio, un mondo dove l’unica speranza è di arrivare a diventare abbastanza cattivo da poter far fuori i boss che ci sono per prenderne il posto. “La paranza dei bamibini” e “Piranhas” sono un libro e un film che raccontano di vite vissute in modo terribilmente intenso e bruciate nel giro di pochissimi anni. Il tutto in una città e in un mondo dove il futuro non sembra esistere neanche nei sogni dei bambini.
“Dedico questo premio – ha detto Saviano ritirando l’Orso d’Argento e parlando in italiano – alle Ong che salvano le vite nel Mediterraneo“. “Raccontare la verità nel nostro Paese è diventato molto complicato”, ha aggiunto.
L’Orso d’Oro per il miglior film è andato all’israeliano ‘Synonyms’ di Nadav Lapid. Il premio per la miglior attrice è andato a Yong Mei e per il miglior attore a Wang Jingchun, entrambi per ‘So Long, My Son’. Premio della Giuria a ‘Grace a Dieu’ di Francois Ozon.
I Piranhas si sono divorati un pezzo di Berlinale. Vince per la migliore sceneggiatura La paranza dei bambini, il film italiano in concorso tratto dal libro di Roberto Saviano che firma la sceneggiatura con Maurizio Braucci e il regista Claudio Giovannesi. Il film (titolo internazionale Piranhas appunto) racconta la parabola di un gruppo di adolescenti che si prende, armi in pugno, soldi, vestiti, potere, nel napoletano Rione Sanità. Ancora un trionfo alla rassegna tedesca, nell’ultima edizione di Dieter Kosslick che aveva fin dall’inizio apertamente apprezzato il film, che ha consegnato nel 2012 l’Orso d’Oro ai fratelli Taviani per Cesare deve morire e nel 2016 a Gianfranco Rosi con Fuocoammare.