Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari sono i tre commissari chiamati a guidare Alitalia. Il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha disposto oggi con decreto l’ammissione dell’azienda all’amministrazione straordinaria in base al decreto legge Marzano. “Siamo intervenuti perché ci è stato richiesto. Intervenire fa parte dei doveri di responsabilità del governo”, ha dichiarato il premier Paolo Gentiloni al termine del Consiglio dei ministri, ribadendo che è esclusa “una rinazionalizzazione adesso e nel futuro“.
“Il governo ha disposto un prestito ponte di 600 milioni di euro per sei mesi. E’ il massimo che si possa fare a oggi”, ha affermato Calenda. “Il prestito – viene spiegato in una nota – è destinato alle indilazionabili esigenze gestionali di Alitalia e delle altre società del gruppo sottoposte alla procedura di amministrazione straordinaria, anche relative alla continuità dei sistemi di regolazione internazionale dei rapporti economici con i vettori, nelle more della esecuzione di uno dei programmi previsti a norma del decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, relativo alla disciplina dell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza (programma di cessione dei complessi aziendali, programma di ristrutturazione o programma di cessione dei complessi di beni e contratti)”.
“Ai fini della predisposizione di uno dei suddetti programmi, i Commissari straordinari provvederanno, entro quindici giorni dalla pubblicazione del decreto, a pubblicizzare un invito per la raccolta di manifestazioni d’interesse finalizzate alla definizione della procedura di amministrazione straordinaria – prosegue la nota – Le conseguenti procedure, da espletare nel termine di sei mesi dalla concessione del finanziamento, dovranno assicurare il rispetto dei principi di trasparenza, parità di trattamento e non discriminazione”.
In mattinata l’assemblea dei soci e il consiglio d’amministrazione hanno confermato l’avvio delle procedure per l’amministrazione straordinaria dopo la bocciatura da parte dei lavoratori ad un piano industriale ‘lacrime e sangue’ che prevedeva esuberi e riduzione degli stipendi.
“L’assemblea degli azionisti di Alitalia, riunitasi oggi, ha preso atto, con grande rammarico, dell’esito del referendum tra i propri dipendenti, che ha di fatto precluso l’attuazione del rilancio e della ristrutturazione della società – si legge nella nota diffusa al termine della riunione -. I soci italiani ed Etihad, convinti del potenziale di crescita dell’azienda, si erano resi disponibili a finanziare il piano industriale per 2 miliardi di euro”, il quale però è “venuto meno con l’esito del referendum dei dipendenti”.
“I voli e le operazioni Alitalia non subiranno alcuna modifica e continueranno secondo la programmazione prevista”, ha precisato l’azienda, confermando le ipotesi degli ultimi giorni: per l’estate i turisti non dovrebbero avere problemi.