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Allarme suicidi tra i militari, Trenta: “Più caserme al Sud e sostegno psicologico”

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Un fenomeno che ora rischia di diventare un vero e proprio allarme. Aumentano in modo impressionante i suicidi di militari e componenti delle forze dell’ordine sui luoghi di lavoro, quindi maggiormente nelle caserme dove gli uomini in divisa passano la maggior parte del loro tempo. A raccogliere l’emergenza la stessa ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, a fronte dell’ultimo episodio avvenuto a Brindisi lo scorso 11 agosto. A togliersi la vita un sottufficiale dei marò, Elia Colella, ritrovato morto nel capannone della caserma del reggimento San Marco. Colella si sarebbe sparato alla testa con la pistola d’ordinanza.

Più caserme al Sud, il sostegno di psicologi e ricongiungimenti più facili con le famiglie. E’ questo il piano di Trenta: “Occorre lavorare duramente per stare più vicino ai nostri militari e alle loro famiglie” ma attenzione  “bisogna fermare qualsiasi strumentalizzazione che accomuna tragedie del genere alle condizioni di lavoro dei nostri militari”, poiché “chi porta avanti tali tesi compie un vero e proprio atto di sciacallaggio nei confronti della vittima e della sua famiglia, già profondamente colpita dal dolore”.

Colella è solo l’ultimo di una lista che nel 2018 conta 9 agenti, secondo l’Osservatorio dei suicidi nelle Forze dell’Ordine, tra polizia locale e penitenziaria, più 3 soldati impegnati nell’operazione ‘Strade sicure’, a cui si aggiunge il sottofficiale dei marò. Nella stessa giornata di Colella si è tolto la vita un agente della polizia penitenziaria sparandosi con l’arma di ordinanza nel parcheggio adiacente il carcere di San Gimignano. Negli ultimi 3 anni nelle carceri italiani si sono suicidati più di 55 poliziotti, lamenta il Sappe, e dal 2000 ad oggi sono stati complessivamente più di 110, ai quali sono da aggiungere anche i suicidi di un direttore di istituto (Armida Miserere, nel 2003 a Sulmona) e di un dirigente generale (Paolino Quattrone, nel 2010 a Cosenza)”.

Negli ultimi sei mesi invece l’esercito italiano ha contato 3 morti volontarie di militari coinvolti nell’operazione ‘Strade sicure’. L’ultimo Enrico De Mattia, caporal maggiore di 25 anni, originario di Angri (Salerno), che durante il turno pomeridiano a Palazzo Grazioli, lo scorso 28 luglio,  si è chiuso in bagno e si è sparato alla testa. Quello di De Mattia segue ad altri due suicidi: a febbraio 2018 un bersagliere di 29 anni, di Taranto, si è tolto la vita nello stesso modo nella stazione metro di Barberini, nel centro di Roma. A dicembre 2017 un altro Granatiere di stanza a Spoleto (Perugia) si è impiccato mentre era in licenza dopo il periodo di servizio nell’operazione ‘Strade Sicure’.

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