“È il sistema Paese, tutto insieme, che non è in grado di tenere il passo con le regioni europee più dinamiche” mentre permane il divario tra il mezzogiorno e il Nord dell’Italia. E’ la fotografia scattata dal rapporto Svimez presentato oggi alla Camera. La stagnazione italiana è aggravata da dinamiche demografiche avverse che riguardano tutto il Paese e segnatamente il Mezzogiorno. Per effetto della rottura dell’equilibrio demografico (bassa natalità, emigrazione di giovani, invecchiamento della popolazione), il Sud perderà 5 milioni di persone e, a condizioni date, quasi il 40% del Pil. Solo un incremento del tasso d’occupazione, soprattutto femminile, può spezzare questo circolo vizioso si legge nel report dell’Associazione per lo Sviluppo Industriale del Mezzogiorno.
Le previsioni macroeconomiche della SVIMEZ stimano il Pil italiano a +0,9% nel 2018, + 0,2% nel 2019 e +0,6% nel 2020. In particolare, il Centro-Nord sarebbe al +0,9% nel 2018, al +0,3% nel 2019, al +0,7% nel 2020. Una crescita, come si può vedere, molto modesta anche nelle aree più sviluppate del Paese. Al Sud nel 2018 l’aumento sarebbe del +0,6%, calerebbe a -0,2% nel 2019 e risalirebbe leggermente a +0,2% nel 2020.
Lo Svimez sul reddito di cittadinanza per quanto riguarda il lavoro lo definisce una misura utile per la povertà ma il cui impatto sul mercato del lavoro “è nullo”.