Anis Amri stava cercando di raggiungere Roma. È questo l’ultimo tassello che emerge dalle indagini sulla fuga del terrorista tunisino, fermato e ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia il 23 dicembre scorso. L’attentatore della strage di Berlino ha controllato i treni per Roma mentre stava cercando di acquistare un biglietto alle macchinette automatiche della stazione di Torino Porta Nuova. E una volta arrivato a Milano, Amri ha chiesto indicazioni a un passante sull’autostazione più vicina per prendere un pullman diretto nella Capitale o “a Sud”. Indicazioni preziose, che hanno permesso agli inquirenti di definire con maggior precisione il percorso di quello che sembra essere sempre più un lupo solitario.
E di “altissima imprevedibilità” degli attacchi terroristici ha parlato anche il ministro dell’Interno Marco Minniti. Per Minniti “nel panorama terroristico odierno noi possiamo avere un attacco anche senza avere una centrale che lo ordina”. Quindi “siamo di fronte a un’altissima imprevedibilità e l’unico modo per evitare queste azioni è il controllo del territorio”.
Proprio grazie a un “buon controllo” della città di Milano e dell’hinterland, infatti, è stato possibile fermare il tunisino in fuga. Per Minniti, infatti, l’operazione di Sesto san Giovanni, alle porte di Milano, in cui è rimasto ucciso il terrorista “non è casuale, è la dimostrazione della capacità di controllare il territorio“, il segno “che il sistema ha funzionato”.
“Questa volta la punta di lancia è stata la Polizia di Stato” ha aggiunto il ministro, ma “è un punto di connessione molto forte tra la Polizia, i Carabinieri e la Polizia Locale. Questa collaborazione – ha proseguito – rende, se non impossibile, più difficile penetrare sul territorio”.
Tra le iniziative allo studio, per rendere le città più sicure, ci sono anche “due progetti pilota di riqualificazione delle aree urbane intorno alle due grandi stazioni d’Italia, quella di Milano e quella di Roma, Termini e la Centrale”, messi a punto “con il ministro Franceschini”.
“Milano ha dimostrato, gestendo una situazione impegnativa come Expo, vetrina del mondo, che si può garantire una tranquilla sicurezza – ha spiegato ancora Minniti – senza sacrificare nulla sul piano della partecipazione e del coinvolgimento delle persone”.
E proprio la formula della “tranquilla sicurezza” verrà utilizzata anche per assicurare che in occasione del concerto di Capodanno in piazza Duomo tutto fili liscio. Si potrà assistere allo show di Mario Biondi passando da “sette ingressi presidiati da uomini e da strutture” delle forze dell’ordine, ha spiegato il sindaco Giuseppe Sala. “Il ministro – ha aggiunto – ha dato un giudizio positivo per la sicurezza del 31 dicembre e del concerto”, quindi dopo l’incontro di oggi “non ci saranno grandi cambiamenti”. Per Sala sul fronte sicurezza a Milano “dobbiamo continuare come stiamo facendo, non soltanto contro il terrorismo ma anche sulla criminalità e sui problemi dell’immigrazione”.
Dopo il vertice in Prefettura, Minniti è andato in Questura, dove ha salutato gli agenti Cristian Movio e Luca Scatà, protagonisti “dell’intervento assolutamente straordinario di controllo del territorio” di Sesto San Giovanni, che ha portato alla morte di Amri.