Un altolà alla possibilità di far partire, in presenza di un’inflazione che resterà alta più a lungo del previsto, “una vana rincorsa tra prezzi e salari”. Il messaggio arriva dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco nelle sue considerazioni all’assemblea annuale di Via Nazionale insieme alla richiesta di procedere con gradualità a un rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce.La stagione dei tassi negativi va considerata chiusa ma anche alla luce dell’incertezza massima su prospettive di crescita e livelli dei prezzi bisognerà procedere per gradi. Un primo ritocco è previsto già in estate ma andrà valutato alla luce degli sviluppi della crisi in Ucraina. E l’Italia è in prima linea tra i Paesi più a rischio. Da un lato perchè più esposta ai rincari dei prezzi dell’energia, dall’altro perchè la sua posizione di Paese con debito alto la rende più vulnerabile a un rialzo dei tassi.Nella relazione di Visco è però la parola incertezza quella che ricorre con maggior frequenza condizionando ogni capacità previsionale. Sul fronte della crescita ci sono margini di ottimismo, sfruttando anche la leva potente rappresentata dal Pnrr. Ma una virata in negativo della guerra in Ucraina, che potrebbe portare a una chiusura dei rubinetti del gas, spingerebbe l’Italia in recessione sia nel 2022 che nel 2023, facendo schizzare ulteriormente l’inflazione. In questo scenario definito ‘severo’ da Via Nazionale il Pil si ridurrebbe a -0,3 per cento nel 2022 e a -0,5 nel 2023: sarebbe dunque più basso di circa 4 punti percentuali quest’anno e di 3 il prossimo rispetto a quanto stimato in gennaio, comportando una prolungata recessione. Sul fronte dei prezzi l’aumento dell’energia determinerebbe un forte rialzo dell’inflazione, che arriverebbe al 7,8 per cento nel 2022, oltre 4 punti percentuali al di sopra dei livelli prefigurati in gennaio, per poi scendere al 2,3 per cento nel 2023, in linea con l’ipotizzato ridimensionamento delle pressioni sui prezzi delle materie prime.In attesa di questo raffreddamento Visco chiede però di non innescare una spirale prezzi-salari. E sottolinea: “Quello che la politica monetaria può fare è assicurare la stabilità dei prezzi, preservando l’ancoraggio delle aspettative di inflazione e contrastando vane rincorse tra prezzi e salari”. Un ruolo lo può giocare anche il governo. Dice Visco: “Interventi di bilancio di natura temporanea e calibrati con attenzione possono contenere i rincari dei beni energetici e sostenere il reddito delle famiglie, riducendo le pressioni per incrementi salariali”.Una ricetta che non piace ai sindacati, come si affretta a sottolineare il segretario della Cgil Mautrizio Landini uscendo da Via Nazionale. “I salari in Italia sono troppo bassi ma più che di aumenti una-tantum c’è bisogno di aumentare il loro potere di acquisto”. E per arrivare a questo Landini suggerisce “il rinnovo dei contratti ma soprattutto una seria riforma fiscale che riduca la tassazione su lavoro dipendente e pensioni a partire dai redditi più bassi”. Critico Landini anche su un altro aspetto della relazione. “Non ho sentito parlare del vero male del nostro Paese che è la precarietà del lavoro”.
Bankitalia: Visco mette in guardia, con inflazione alta no a spirale prezzi salari
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