Due ore in aula, oltre 550 persone accreditate e una certezza: la decisione sul ‘Berlusconi case’ arriverà solo nel 2018, come da consuetudine giudiziaria in questi particolari frangenti.
A Strasburgo tutti gli occhi erano puntati sulla Corte europea dei diritti dell’uomo per la prima e unica udienza sul ricorso presentato a settembre 2013 dal leader di Forza Italia contro la decadenza del suo mandato di senatore e la sua ineleggibilità, sancite in base alla legge Severino.
La seduta è stata tolta dalla presidente Angelika Nussberger e la Corte si è quindi riunita in camera di consiglio, ma la sentenza è attesa “non prima di diversi mesi”. Sono state ascoltate le parti sull’ineleggibilità di Berlusconi come senatore nel 2013 e sul divieto di candidarsi a elezioni per sei anni a seguito della sua condanna a quattro anni di carcere per frode fiscale.
Da parte del governo è stata ribadita una linea: con l’applicazione della legge Severino che ha reso incandidabile l’ex premier Silvio Berlusconi non sono stati violati i suoi diritti. Così la rappresentante del governo italiano, Maria Giuliana Civinini, davanti alla Grand Chambre della Corte europea dei diritti dell’uomo. Secondo Civinini, gli articoli 6 e 7 della Convenzione europea per i diritti dell’uomo, citati dai legali di Berlusconi, “non si applicano alle leggi elettorali” e nessuna legge è stata applicata retroattivamente, visto che l’ex Cav era stato eletto al Senato nella primavera 2013, ovvero dopo l’entrata in vigore, a fine dicembre 2012, del testo unico sulle condizioni per l’ineleggibilità secondo la legge Severino. La decisione del Senato, ha spiegato la rappresentante del governo, “non è stata arbitraria, ma esattamente il contrario”.
Dalla difesa la replica è di fatto un contrattacco: secondo Edward Fitzgerald l’incandidabilità di Berlusconi “è stata una decisione presa dai suoi avversari politici”, pari a “un anfiteatro romano con gladiatori”. Il legale dell’ex Cav si è lamentato davanti ai 17 giudici europei del fatto che la legge “non fosse applicabile nel momento del reato” e utilizzando tale norma “si è esercitato un potere draconiano”. “Nessun tribunale ha esaminato la decisione presa dal Senato”, ha spiegato ricordando che il Senato italiano ha reso incandidabile Berlusconi e non, ad esempio, Augusto Minzolini, giornalisti e senatore di Forza Italia, condannato per malversazione.
Secondo Fitzgerald, nel caso dell’ex Cavaliera, la decisione del Senato “è incompatibile con lo stato di diritto”. Il protagonista dell’atteso ricorso ha scelto di vivere la giornata da Merano con un tweet al termine dell’udienza: “In queste ore sono davvero sereno e soprattutto fiducioso. Mi aspetto che la Corte di Strasburgo accolga il mio ricorso”. Poi l’ex Cav rilancia: “Il mio ruolo nella prossima campagna elettorale è comunque chiaro: sarò in campo per portare il centrodestra al governo del Paese”.