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Biagi moriva 16 anni fa, a Modena scritte contro il giuslavorista

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Nel giorno dell’anniversario della morte di Marco Biagi compaiono scritte infamanti sui muri dell’Università di Modena. Era il 19 marzo 2002 quando il giuslavorista fu ucciso a Bologna dalle Nuove Brigate Rosse, mentre rientrava a casa in bicicletta. ‘Marco Biagi non pedala più’ e ‘1000 Biagi’ le frasi che indignano tutte le forze politiche

 Proprio in mattinata il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva ricordato la figura di Biagi come quella di un uomo coraggioso che “non ha rinunciato ai propri convincimenti, né alla libertà di collaborare con le istituzioni, nonostante mani omicide avessero già barbaramente colpito altri docenti universitari, come Ezio Tarantelli, Roberto Ruffilli e Massimo D’Antona”. Per il presidente della Associazione Amici di Marco Biagi, Maurizio Sacconi “le scritte oltraggiose di Modena sono indicative del fatto che non è finita la endemica attitudine alla intolleranza e alla violenza nei confronti dei riformisti del lavoro”.

Dure anche le parole del presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, secondo cui “chi oggi offende la memoria di Marco Biagi con scritte infami e indegne è solo un vigliacco che si nasconde dietro l’anonimato per oltraggiare un uomo coraggioso che metteva il proprio sapere al servizio della collettività”. Dal Pd prende la parola Maurizio Martina, segretario reggente. “Non dimentichiamo il suo impegno per il Paese e condanniamo le scritte ripugnanti contro di lui”, scrive. Anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, definisce “ignobili ed inaccettabili” le frasi contro un uomo “di grandissimo valore, sia sul piano scientifico che su quello umano”. Della stessa opinione pure la ministra della Difesa, Roberta Pinotti: “Il mondo del lavoro e l’Italia tutta devono un deferente ricordo a Marco Biagi e al suo impegno riformista. Le scritte sui muri della facoltà di Economia a Modena sono un feroce e inaccettabile attacco alla sua memoria”, dichiara. Unanime anche la condanna dei sindacati. “Nessun revisionismo storico è accettabile: la condanna del terrorismo è stata, è e sarà da parte nostra totale, netta e senza possibili mediazioni”, dice la Cgil. Per la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan, le scritte sono “frutto di menti malate”. Carmelo Barbagallo, leader della Uil, infine definisce Biagi un “martire del riformismo italiano”. Un anniversario particolare, visto che coincide con i 40 anni dalla morte di Aldo Moro, ucciso anch’egli dalle Brigate Rosse. “Queste persone sono solamente assassini dovrebbero tacere ed avere rispetto delle vittime e mi disgusta chi dà loro la possibilità di esprimersi nei salotti Tv o alla presentazioni di libri”, dice senza giri di parole il figlio Lorenzo Biagi, che sottolinea poi come il padre sia stato “abbandonato” dallo Stato, facendo riferimento al fatto che da poco gli era stata tolta la scorta.

 

 

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