Qualche sciata con gli amici, un po’ di sano shopping e una vacanza al mare. Desideri ordinari per una donna speciale, finalmente possibili dopo una stagione lunga e faticosa che però ha riservato il migliore dei finali: la sfera di cristallo. Dorothea Wierer si gode il momento dopo lo straordinario weekend di Oslo che ha l’ha incoronata campionessa del mondo di biathlon, prima italiana a riuscire in questa impresa. “Non ho realizzato bene quello che siamo riusciti a ottenere, è stato tutto molto intenso – ha raccontato la 28enne altoatesina in un’intervista a LaPresse – Soprattutto gli ultimi giorni volevamo a tutti i costi la coppa. Kuzmina faceva paura, tutto lo staff, non solo noi atleti, era sotto pressione. C’era un po’ di agitazione”.
Alla fine però la festa è stata tutta azzurra. In un anno di grazia per Dorothea – che ha portato a casa anche una coppa di specialità nell’inseguimento e un oro mondiale nella mass start in questo magico 2019 – e per tutto il biathlon italiano, tra la scoperta di Lisa Vittozzi, che ha lottato fino all’ultimo con la compagna di squadra per il trionfo nella generale, e gli acuti al maschile di Dominik Windisch e Lukas Hofer.
Il suo successo è un po’ quello di tutto il movimento. Spesso parla al plurale riferendosi alla coppa del mondo appena vinta.
“E’ mia però la sento di tutta la squadra, di tutto lo staff che lavora dietro. Senza di loro non sarei mai riuscita a conquistarla. Ci sono tecnici e allenatori che mi seguono da anni ormai, sanno benissimo i miei pregi e i miei difetti, come atleta e come persona”.
Cosa c’è dietro una stagione del genere? C’era un po’ voglia di rivalsa dopo le Olimpiadi dell’anno scorso in cui è mancata la medaglia individuale?
“Sono stata molto costante e poi è il primo anno che non mi sono ammalata. Di solito mi ammalo un paio di volte a stagione e questo mi costa tantissime energie fisicamente e mentalmente. I Giochi sono stati un evento molto particolare, le condizioni erano difficili per tutti. Appena prima delle Olimpiadi non sono stata bene e anche lì la situazione non è stata semplice. Poi si sa, nel biathlon non c’è niente di scontato, un errore può essere fatale”
Cosa è cambiato quest’anno?
“Mi sono allenata molto bene, ho cercato di concentrarmi e di non fare troppe cose oltre allo sport. Tra appuntamenti e interviste ho cercato di limitare tutto. Sono partita subito bene, poi qualche gara non è stata il top ma siamo atleti ed essere umani, possiamo sbagliare”.
L’intervista completa nel flusso di notizie dell’agenzia LaPresse