Stop agli spostamenti in Lombardia e in altre 14 province di Veneto (Venezia, Padova, Treviso), Emilia Romagna (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini), Piemonte (Asti, Alessandria, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola), Marche (Pesaro e Urbino) per contenere l’epidemia di coronavirus. Vietato entrare e uscire dall’area del Nord indicata nel decreto messo a punto e firmato nella notte dal premier Conte. “Sarà possibile muoversi per solo per motivi di lavoro e di salute e per tornare nella propria abitazione”.
Chiusi cinema teatri e sospese tutte le manifestazioni organizzate, i bar e ristoranti aperti solo fino alle 18 e devono garantire il rispetto della distanza tra i clienti. Chiusi impianti sciistici, sospese cerimonie civili e religiose.
Giuseppe Conte si presenta notte fonda in conferenza stampa per ribadire la necessita di “essere tutti più responsabili, è il momento dei sacrifici, non dobbiamo pensare di essere furbi, le parole del premier che cerca anche di rassicurare dicendo: “Ce la faremo”. La polizia potrà chiedere conto i cittadini che si spostano nelle aree interessate dalla stretta. Previste sanzioni fino a 206 euro e anche l’arresto. “Inaccettabile – ha aggiunto il presidente del Consiglio – la pubblicazione della bozza del decreto ieri sera, ha creato confusione”.
E alle prime indiscrezioni sulle nuove misure ieri sera moltissime persone si sono recate in stazione a Milano per prendere gli ultimi treni diretti al sud. Sono 5061 i contagi in Italia secondo il bollettino di ieri, 233 i morti. Il sistema sanitario lombardo è al limite: ieri l’allarme dei medici delle terapie intensive: “Una corretta gestione del fenomeno – dicono – è ormai impossibile”.