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Bollette, Meloni: “Costi insostenibili, rafforziamo misure”

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Giorgia Meloni annuncia a breve nuove misure per alleggerire il peso delle bollette per i privati e le aziende. “I costi sono diventati insostenibili per milioni di famiglie e per molte imprese, giunte ormai a drammatiche decisioni come chiudere o licenziare i propri lavoratori. Il Governo è al lavoro per rafforzare le misure nazionali a sostegno di cittadini e attività, con l’obiettivo di far fronte a questa difficile situazione”, scrive la presidente del Consiglio sui social.

Gli italiani chiedono risposte immediate, e noi gliele daremo. Non c’è più tempo da perdere. pic.twitter.com/hL9qKyr8a1

— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) October 30, 2022

 

“La nostra priorità – aggiunge – è mettere un argine al caro energia e alla speculazione, accelerare in ogni modo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la produzione nazionale. Gli italiani chiedono risposte immediate, e noi gliele daremo. Non c’è più tempo da perdere”.

Lunedì il Consiglio del ministri

 Il Consiglio dei Ministri è convocato per lunedì 31 ottobre, alle ore 12.00, a Palazzo Chigi. Tra i punti all’ordine del giorno ci saranno alcune norme legate al ritorno alla normalità del dopo Covid, in particolare l’anticipo al 1 novembre della scadenza dell’obbligo vaccinale per chi esercita la professione sanitaria e la conseguente abrogazione delle sanzioni per i non vaccinati. Intanto il ministero dell’Economia e delle finanze, ha inviato al Dipartimento per i rapporti con il parlamento una proposta che sospende fino al prossimo 30 giugno “le attività e i procedimenti di irrogazione della sanzione nei casi di inadempimento dell’obbligo vaccinale Covid-19”.

Sul tavolo del Cdm dovrebbero anche arrivare nuove norme anti-rave, annunciate domenica dal ministero dell’Interno, ma soprattutto novità in materia di giustizia. In particolare il governo intende conferma l’ergastolo ostativo e rinviare alcune parti della riforma firmata Cartabia. 

Si tratta del primo ‘vero’ Cdm del governo a guida Giorgia Meloni dopo quello di insediamento di domenica scorsa, seguito al passaggio di consegne con Draghi. Il premier, tuttavia, non perde tempo e punta a marcare fin da subito un segno di “discontinuità” rispetto ai precedenti esecutivi. A partire, appunto, dalla gestione della pandemia. All’esame ci sarà allora l’anticipo all’1 novembre della scadenza dell’obbligo vaccinale per chi esercita la professione sanitaria. Di conseguenza saranno abrogate le sanzioni previste per i sanitari no vax. “L’obiettivo – spiegano da palazzo Chigi – è dare seguito all’indicazione tracciata dal Presidente Meloni nelle sue dichiarazioni programmatiche rese in Parlamento”.

Gli altri due temi sul tavolo dell’esecutivo, invece, rigurderanno le carceri e la giustizia. Nello specifico, il governo varerà un decreto legge per mantenere il cosiddetto ‘ergastolo ostativo’, atto urgente alla luce dell’udienza della Corte Costituzionale fissata per l’8 novembre. “Una corsa contro il tempo – è il ragionamento – per garantire sicurezza sociale e impedire che ai detenuti mafiosi possano aprirsi le porte del carcere pur in costanza del vincolo associativo”. Sempre sul tema della giustizia, il Cdm affronterà il rinvio al 30 dicembre 2022 dell’entrata in vigore di alcune disposizioni della ‘Riforma Cartabia’. Nelle intenzioni dell’esecutivo, il provvedimento intende rispettare le scadenze del Pnrr e consentire la necessaria organizzazione degli uffici giudiziari. Preoccupate, invece, le opposizioni. Secondo la capogruppo dei deputati Pd, Debora Serracchiani, infatti, il “rinvio in blocco dell’entrata in vigore della riforma della giustizia penale rischia di buttare a mare due anni di lavoro e di mettere a rischio i fondi Pnrr” e “sarebbe un inizio all’insegna dello scontro frontale con Bruxelles”.

La partita dei viceministri e sottosegretari

Sullo sfondo resta la partita interna al centrodestra per la nomina dei vice ministri e dei sottosegretari. Circa quaranta, ancora, le caselle da riempire per completare la squadra di governo, da distribuire coniugando la volontà di aumentare le ‘quote rosa’ e con la necessità di non ‘svuotare’ le aule parlamentari, soprattutto il Senato, dove i numeri della maggioranza sono più stretti. Un posto andrà di sicuro al senatore FdI Giovanbattista Fazzolari, braccio destro di Meloni, destinato a ricoprire l’incarico di sottosegretario alla Presidenza con delega all’attuazione del programma. Tra i desiderata del leader azzurro, Silvio Berlusconi, la delega all’Editoria, con probabile riconferma di Giuseppe Moles o in alternativa Alberto Barachini. Nulla da fare per Valentino Valentini, che non approderà alla Farnesina, ma un posto potrebbe trovarlo al Mise. Debora Bergamini invece dovrebbe essere riconfermata ai Rapporti col Parlamento, mentre Matilde Siracusano potrebbe approdare alla Cultura. Alla Giustizia invece l’azzurro Francesco Paolo Sisto come vice di Carlo Nordio, mentre Francesco Battistoni dovrebbe essere riconfermato sottosegretario all’Editoria. Tra i papabili della Lega figurano invece Edoardo Rixi, Vannia Gava, Nicola Molteni e Federico Freni e Claudio Durigon. In casa Fratelli d’Italia, Wanda Ferro potrebbe andare al Viminale, Andrea Delmastro alla Giustizia, ed Edmondo Cirielli agli Esteri, Paola Frassinetti all’istruzione e Maurizio Leo al Mef.
 

 

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