La Gran Bretagna chiede il rinvio della Brexit al 31 gennaio. E’ questa la data indicata nella lettera, non firmata dal premier Boris Johnson, inviata ieri sera al presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. Ma il ministro per la Brexit, Michael Gove, garantisce il divorzio dall’Europa a fine mese. Bruxelles prende tempo, sono state avviate le consultazioni fra leader dei 27. “Usciremo il 31 ottobre. Abbiamo i mezzi e le capacità per farlo”, ha dichiarato Gove a Sky News
Dopo che Bruxelles ha ricevuto la richiesta di rinvio da parte del premier britannico Boris Johnson, il presidente del Consiglio Donald Tusk userà “alcuni giorni” per consultare i leader dei 27 Paesi del blocco sugli sviluppi del caso Brexit. Lo ha fatto sapere una fonte europea. La richiesta è stata brevemente evocata, ma non discussa, in una breve riunione “tecnica” di “15 minuti” a Bruxelles tra gli ambasciatori dei 27, ha aggiunto un partecipante all’incontro, cui era presente il negoziatore europeo Michel Barnier. “E’ stato un incontro normale e molto breve degli ambasciatori per fissare le prossime tappe della ratifica da parte dell’Ue” dell’accordo annunciato giovedì, ha dichiarato Barnier ai giornalisti dopo l’incontro.
Sabato i deputati britannici hanno approvato un emendamento con cui hanno obbligato il premier Boris Johnson a chiedere un rinvio sino a quando la legge britannica sul ritiro sarà approvata. Il primo ministro conservatore, che ha inviato la lettera senza firmarla e insiste sul fatto che una proroga non sia necessaria, intende portare l’accordo raggiunto con l’Ue al voto lunedì. I deputati dovranno quindi votare senza sapere se i leader europei concederanno l’estensione, e nel caso se rinvieranno la data del divorzio al 31 gennaio 2020, come chiede la lettera.