No a un secondo referendum e alla sospensione dell’art 50 (ch, in sostanza, rinvierebbe la Brexit). Secondo Teheresa May, il piano “B” sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea passa attraverso un nuovo accordo. “Ed è quello che il governo sta cercando di fare” Comincia così la giornata più lunga per la premier inglese, quella in cui la May deve convincere la Camera dei Comuni (che l’ha già bocciata la scorsa settimana sul “piano A”) ad accettare un “piano B” che, probabilmente, dovrebbe contenere un nuovo accordo per quanto riguarda il confine con l’Irlanda.
“Ringrazio chi ha partecipato” ai colloqui dei giorni scorsi, “mi dispiace che Corbyn abbia scelto di non partecipare, spero rifletta su questa decisione vista l’importanza del problema, dobbiamo lavorare insieme per uscire dallo stallo”. Ha detto la premier britannica iniziando il suo discorso alla Camera.
Poi, Theresa May è entrata nel merito: “La revoca dell’articolo 50 andrebbe contro la volontà popolare, secondo me non è la rotta da seguire”. Il miglior modo per evitare un no deal è “approvare un accordo con l’Ue, cosa che il governo sta cercando di fare”, l’altra via sospendere l’articolo 50, cosa che secondo la premier è improbabile Bruxelles accetterebbe senza un piano certo su come raggiungere un’intesa. Altri chiedono un secondo referendum, ha aggiunto, ma “il nostro dovere è attuare il primo referendum” che ha deciso l’uscita dall’Ue. Inoltre, ha sottolineato, i rischi che un nuovo referendum “stabilirebbe un pericoloso precedente sulla gestione” delle consultazioni popolari e “rafforzerebbe quanto vogliono sfaldare il Regno Unito”.
Sulla sospensione dell’articolo 50 si stanno muovendo una ventina di parlamentari di entrambi gli schieramenti, ma Theresa May, fin da ieri è stata fermamente contraria finendo quasi per accusarli di “cospirazione”.