Ancora una fumata nera, l’ennesima. Con la differenza che la deadline del 29 marzo, quando scadrà l’attuale bando per l’assegnazione dei diritti tv domestici della Serie A per il triennio 2021/24, si avvicina sempre di più. Lo stallo della Lega Serie A resta tale. La votazione per l’offerta di Dazn, che mette sul tavolo 840 milioni di euro a stagione per 7 partite in esclusiva su 10 e 3 in co-esclusiva, è finita con un nulla di fatto. Rispetto alle 14 preferenze necessarie per procedere all’assegnazione la piattaforma online ha ottenuto 11 voti a favore, con 8 astenuti e un assente, il Cagliari. Dazn ha guadagnato il voto del Torino ma non ha convinto altri club. Una nuova assemblea si terrà venerdì, a tre giorni dal gong di lunedì, ultimo giorno in cui le offerte di Dazn e Sky saranno valide. I venti club – tutti collegati in videoconferenza – sono consapevoli che un ulteriore slittamento comporterebbe un nuovo bando d’asta, da riformulare in tempi record, e delle probabili offerte al ribasso rispetto a quelle attuali. Ecco perché Dazn, che nelle ultime settimane ha rafforzato la propria posizione grazie all’accordo con Tim come partner tecnico e alla trattativa avviata con Persidera per avere uno sbocco anche sul digitale terrestre, resta favorita per l’assegnazione.
Se sul fronte interno la situazione non si è sbloccata per quanto riguarda i diritti internazionali la Confindustria del Pallone ha assegnato all’unanimità a CBS i diritti di campionato e Coppa Italia per il territorio Usa. “Siamo molto soddisfatti – ha commentato l’Amministratore Delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo – In un’area strategica come gli Stati Uniti d’America abbiamo incrementato di oltre il 30% il valore dei nostri diritti con un partner di primaria grandezza come CBS. Quello di oggi non è un punto di arrivo, ma anzi l’inizio di un percorso di investimenti in risorse umane e contenuti editoriali funzionali a supportare la crescita costante della Serie A in tutto il Nord America. Questo risultato è il frutto del lavoro degli ultimi 18 mesi e del sempre crescente numero di proprietà americane che hanno deciso di investire nelle nostre franchigie”.