La società britannica Cambridge Analytica, al centro dello scandalo dei dati trafugati illegittimamente dagli utenti di Facebook, ha dichiarato bancarotta negli Stati Uniti presentando rechiesta del Chapter 7 per ‘bancarotta volontaria’ presso un tribunale di New York. Lo riferisce una fonte giudiziaria. La società di analisi dei dati, che aveva raccolto dati personali dagli utenti del social network per utilizzarle in campagne politiche ha depositato il file mercoledì, secondo la fonte. All’inizio del mese Cambridge Analytica aveva avviato procedure di insolvenza in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e cessato “immediatamente tutte le sue operazioni”, ritenendosi “calunniata per attività (…) legali”.
Dai documenti giudiziari, visionati da Afp, che confermano la richiesta, le attività sono stimate da Cambridge Analytica nell’intervallo tra 100.001 e 500.000 dollari, con una passività stimata tra 1 milione e 10 milioni di dollari dopo lo scandalo. All’inizio di questo mese la società, che ha lavorato anche alla campagna presidenziale di Donald Trump del 2016, ha affermato che l’azienda è stata rovinata da “numerose accuse infondate” che rendevano il business operativamente “non più fattibile”.
L’azienda è rimasta coinvolta in uno scandalo a marzo, quando l’ex analista ventottenne canadese Christopher Wylie ha rivelato di aver usato un’app su Facebook per dirottare fino a 87 milioni di dati di utenti. Poco dopo, l’amministratore delegato di Cambridge Analytica, Alexander Nix, è stato sospeso. Nel frattempo, un altro informatore ha dichiarato che i dati personali dei britannici potrebbero essere stati utilizzati in modo improprio nella campagna pro-Brexit in vista del referendum del 2016.