Resta in carcere Raffaele Marra, l’ex capo del personale del Campidoglio arrestato lo scorso 16 dicembre con l’accusa di corruzione. La decisione è stata presa dal Tribunale del Riesame che ha respinto l’istanza presentata dai legali di Marra, ex fedelissimo della sindaca Virginia Raggi. Alla richiesta presentata dall’avvocato Francesco Scacchi, e bocciata oggi dalla gip Maria Paola Tomaselli, aveva dato parere negativo la pm Barabara Zuin, titolare dell’indagine coordinata dalla procura di Roma. Marra è stato arrestato insieme all’imprenditore Sergio Scarpellini, che secondo gli inquirenti avrebbe pagato al funzionario degli immobili per corromperlo. Scarpellini è finito ai domiciliari pochi giorni dopo l’arresto. “Le insistenti regalie fatte negli anni 2010 e 2013 dallo Scarpellini in favore del Marra – scriveva la gip nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita a metà dicembre – trovano ragionevole spiegazione esclusivamente in una logica corruttiva, stante le funzioni pubbliche svolte all’epoca dal Marra in settori connessi agli interessi imprenditoriali dello Scarpellini”. Il Gruppo Scarpellini ha, da anni, convenzioni urbanistiche milionarie con l’amministrazione romana “che richiedono – sostiene la gip – l’emanazione di provvedimenti amministrativi da parte sia del Comune di Roma sia della Regione Lazio”, realtà nelle quali Marra ha avuto posizioni dirigenziali negli anni presi in esame dagli inquirenti. Le compravendite immobiliari al centro dell’inchiesta risalgono agli anni passati, ma il 30 giugno 2016 Marra, parlando al telefono con la segretaria di Scarpellini, assicurava di essere “totalmente a disposizione” dell’imprenditore. “Sono a disposizione, diglielo che sono totalmente a disposizione, lui lo sa”, diceva Marra alla segretaria di Scarpellini, ed era una disponibilità che, secondo chi indaga, sentiva di poter assicurare proprio in virtù del suo ruolo forte nella giunta capitolina M5s. Secondo la procura, tra le ‘regalie’ di Scarpellini a Marra ci sarebbe il pagamento da parte dell’imprenditore di buona parte dell’appartamento nel quale Marra risiede, da lui acquistato nel 2013 dall’Enasarco, e per il quale Scarpellini avrebbe fornito oltre 367 mila euro.
Campidoglio, no dal Riesame: Raffaele Marra resta in cella
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