“Non ho mai ricevuto favori e non ho mai preso la somma di euro 40.000“. Continua a respingere le accuse il pm di Roma Luca Palamara, indagato per corruzione dalla procura di Perugia, dove ha depositato una memoria difensiva. La memoria, spiega lo stesso magistrato, è “corredata di documenti per dimostrare che la notizia del mio procedimento penale a Perugia era già nota all’interno del mio ufficio ma soprattutto che i viaggi ed i regali sono stati da me direttamente pagati”.
“Non ho mai piegato la mia funzione a fantomatici interessi del gruppo Amara, della cui attività sono totalmente all’oscuro avendo avuto rapporti di amicizia e frequentazione esclusivamente con Fabrizio Centofanti avvenuta peraltro anche con importanti figure di vertice della magistratura ordinaria e amministrativa”, continua l’ex presidente dell’Anm.
“Voglio dimostrare che non sono e non sarò mai un corrotto e che non sono mai stato eterodiretto da nessuno nelle mie scelte”, dice ancora Palamara, assicurando di essere pronto ad affrontare un eventuale processo. “Sono certo di chiarire in qualunque sede mi verrà richiesto i fatti oggetto delle provvisorie contestazioni per chiarire ogni singolo passaggio delle mie condotte comprese le cene e tutte le condotte da me poste in essere durante l’attività consiliare 2014-2018”, spiega il pm.
“Chiedo però che il mio nome non venga strumentalizzato per qualsiasi vicenda – sottolinea -. Non sono mai stato collaterale a nessun partito politico e mai ho svolto incarichi fuori ruolo di diretta dipendenza dalla politica”.
“Intendo prima dimostrare che non sono un corrotto. Per questo ho allegato alla memoria tutti i dettagli sulle spese da me sostenute dal 2011 a oggi: estratti conto, prelevamenti e ogni movimento bancario. In una seconda fase chiarirò i miei rapporti con Cosimo Ferri, Luca Lotti e altre persone con le quali, viste le cariche che ho ricoperto dal 2008 in poi, ho avuto frequentazioni”.