La Spagna scende in piazza per chiedere una soluzione alla bollente ‘questione’ catalana. Decine di migliaia di persone hanno manifestato a Barcellona, Madrid, Valencia e in decine di città, unite sotto il segno del pacifismo seppure con visioni diverse. Hanno chiesto l’unità nazionale e il rispetto della Costituzione, oppure il dialogo tra il governo del premier Mariano Rajoy e la Generalitat guidata da Carles Puigdemont. Questo mentre il clima politico resta incandescente, dopo il referendum del primo ottobre per l’indipendenza in Catalogna, considerato illegale da Madrid. Martedì Puigdemont potrebbe dichiarare unilateralmente l’indipendenza, scatenando una reazione del governo centrale ed esacerbando ancora la più grave crisi politica della storia democratica spagnola.
‘PARLEM?’. Migliaia di persone hanno aderito alle manifestazioni del movimento civico ‘Parlem?’ (parliamo), dove è stato chiesto di non esibire bandiere. Vestite di bianco in segno di pace, con cartelloni e striscioni dello stesso colore, si sono rivolte alle autorità nazionale e locale perché cerchino una soluzione tramite il dialogo. In piazza di Sant Jaume, a Barcellona, sono stati scanditi slogan come ‘Vogliamo parlare’ e ‘I catalani non vogliono divisioni’. A Madrid si è riempita di bianco piazza de Cibeles, dove al suolo è stata distesa una bandiera con la parola ‘Dialogo’, su cui la gente ha scritto frasi tra cui: ‘Sono catalana e amo Madrid’. Il segretario del Psoe, Pedro Sanchez, ha twittato una foto della folla scrivendo: “Dialogo e convivenza”. Il leader di Podemos, Pablo Iglesias, ha scritto: “La gente è migliore dei suoi governanti”. Dimostranti ‘in bianco’ hanno manifestato anche, tra l’altro, a Saragozza, San Sebastian, Pamplona, Valladolid, Palma di Maiorca.
IN PIAZZA PER L’UNITA’. A Madrid, in contemporanea, 50mila persone hanno invaso piazza de Colon a sostegno dell’unità della Spagna e della Costituzione. All’iniziativa, organizzata dalla Fondazione di difesa della nazione spagnola (Denaes), hanno aderito circa 50 enti e ha preso parte anche il vice segretario generale per la comunicazione del Pp, Pablo Casado. In un ambiente festoso, con la colonna sonora di ‘Que viva España’ di Manolo Escobar, ha chiesto ai catalani di restare tranquilli, perché “la Catalogna non sarà mai indipendente”. A terra è stata stesa una grande bandiera spagnola, e decine di bandiere nazionali sventolavano tra cartelli con frasi come ‘Golpisti in carcere’ affiancate a foto di Puigdemont, del suo vice Oriol Junqueras, del capo dei Mossos d’Esquadra Josep Lluis Trapero. “Viva la Spagna”, lo slogan più scandito. Nella zona era dispiegato un massiccio dispositivo di sicurezza e ambulanze.
COMPAGNIE IN FUGA. Altre imprese e banche, intanto, hanno annunciato il trasferimento delle loro sedi legali fuori dalla Catalogna, dopo che Madrid ha emesso un decreto per facilitare l’iter. La Fondazione bancaria La Caixa, prima fondazione privata di Spagna, ha scelto come nuova sede temporanea Palma di Maiorca. Stessa decisione, optando per Madrid, ha preso il gruppo Suez per la Sociedad General de Aguas de Barcelona. Prima di loro, hanno fatto lo stesso fra le altre la multinazionale Gas Natural Fenosa (a Madrid), Banco Sabadell (ad Alicante), CaixaBank (a Valencia). Altre compagnie, come Freixenet, Catalana Occidente e Renta Corporación, hanno aperto a una decisione analoga in base allo sviluppo degli eventi politici.