Sfida a distanza, breve per la verità, quella che ha caratterizzato oggi l’avvio della campagna elettorale del Partito democratico di Matteo Renzi e di Liberi e Uguali di Pietro Grasso. Stessa ora, le 11, e location simili e vicine: il teatro Aurora di Scandicci (Firenze) per il segretario dem; il teatro Puccini di Firenze per il presidente del Senato. Non lasciare l’Italia in mano a Salvini e al Movimento 5 Stelle. E’ questo, in sintesi, il messaggio che Matteo Renzi ha inviato agli italiani dal teatro Aurora. Ma veri destinatari del suo messaggio non erano le 900 persone che lo ascoltavano in platea e che lo hanno accolto con un lungo applauso. Ma quanti oggi erano al teatro Puccini insieme a Grasso, in ugual numero.
“Non lasciamo l’Italia a chi, rancoroso, vuole portarla fuori dall’Europa e fuori dalla scienza”, e “a chi urla di essere di sinistra e poi nei collegi fa vincere Salvini io dico che voi non siete di sinistra ma aiutate il centrodestra”, ha ammonito il segretario dem in un passaggio del suo intervento, riferendosi, senza mai nominarlo, a LeU. E subito prima, dallo stesso palco il sindaco di Firenze, Dario Nardella, renziano doc, aveva detto: “Non siamo gli stessi di 5 anni fa. Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto in questi 5 anni, abbiamo fatto cose che altri governi hanno solo annunciato, come la legge sul fine vita, sulle unioni civili. abbiamo fatto più di tutti. La sinistra è qui, la sinistra ha dei valori che sono stati portati in fondo in queste leggi di civiltà, etica e convivenza”.
Dal teatro Puccini ha replicato così Grasso: “Ci vuole coraggio a dire che noi facciamo vincere la destra, loro hanno nelle liste esponenti di Forza Italia“. Il leader di LeU ha aggiunto: “Da altre parti ci sono partiti personalistici. Non abbiamo yes man intorno, io preferisco chi mi dice con onestà le cose che non vanno. Siamo una squadra, non c’è l’uomo solo al comando. Noi discutiamo e poi io parlo in pubblico su decisioni che abbiamo preso insieme. Non se ne può più del rumore di fondo dell’ego dei leader, noi non siamo partito dei selfie”, E in modo ancora più esplicito ha affermato che “il Pd perde e continuerà a perdere perché non è più di sinistra, l’ultima formazione di sinistra siamo noi” e “noi siamo pronti a dare una casa ai delusi, del Pd o degli astenuti. Il 4 marzo è un appuntamento cruciale: noi non lavoriamo al dopo voto tessendo alleanze dietro le quinte”. Mentre, secondo Grasso, “il Pd si prepara ad un futuro di alleanze con la destra, noi no e lo dico chiaramente”.
Preoccupata, invece, la posizione di Renzi a proposito di alleanze post voto. “C’è già una grande coalizione – ha affermato – ed è quella tra la Lega e i 5 Stelle, perché hanno le stesse idee”. Il segretario dem ha poi sottolineato che “il centrodestra è in mano alle camice verdi e non ai moderati” e che il voto a Berlusconi finisce a “Salvini e gli estremisti”. E sui Cinque Stelle, che secondo l’ex premier sono l’altro pericolo da evitare, ha attaccato: “Gli impresentabili in questa campagna elettorale li hanno candidati quelli che gridano ‘onestà’ e poi non sanno fare pulizia a casa loro”, quelli che “urlano, gridano e dicono di governare bene, ma poi hanno maiali in città a cercare rifiuti: questo è successo nella Capitale”.
Difficile trovare, in questo avvio di campagna elettorale, temi comuni ai due schieramenti. Solo sulla flat tax proposta da Berlusconi, Renzi e Grasso usano parole simili. “Una fregatura” l’ha definita il segretario dem. “Per finanziarla – ha aggiunto – si leva tutto ciò che va al ceto medio e il miliardario paga la stessa aliquota dell’operaio: il centrodestra vuole tagliare le tasse ai miliardari, noi alle famiglie”. “Sulle tv va in onda un film con molte repliche, da 25 anni. È il sequel di b-movie con gli stessi attori con trovate elettorali senza capo né coda. Vorrei vedere quanto risparmia Silvio Berlusconi con la flat tax”, gli fa eco l’ex magistrato.