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Champions, l’Atalanta si ferma agli ottavi: il Real domina 3-1 e va ai quarti

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La favola dell’Atalanta si conclude a Valdebebas. Ma probabilmente era già terminata tre settimane fa a Bergamo, con la sconfitta maturata nel finale e le annesse polemiche per la prematura espulsione di Freuler. Il Madrid in versione Real spegne i sogni europei della Dea con una gara solida e accorta tatticamente. Il 3-1 porta la firma nobile di Benzema e Sergio Ramos (su rigore), assenti all’andata e determinanti al ritorno, con la loro esperienza e la loro qualità tecnica, prima del tris nel finale marcato Asensio. Il primo è letale nell’approfittare poco dopo la mezz’ora dell’errato disimpegno di Sportiello, il secondo blinda il pacchetto arretrato e chiude a doppia mandata la qualificazione ai quarti di Champions League con un penalty perfetto. Agli orobici sono mancate le gambe – i blancos fisicamente sono apparsi più tonici – e soprattutto idee e personalità nei suoi uomini migliori. Da Zapata a Ilicic (entrati nella ripresa), passando per Malinovskyi e Muriel, nessuno dei big della Dea è riuscito a fare la differenza. Zinedine Zidane con un atteggiamento pragmatico è riuscito ad annullare l’ardore e la furia che ha reso grande l’Atalanta in Italia. Della squadra garibaldina e capace di rispondere colpo su colpo, lottando su ogni pallone, si è visto poco o nulla. A parte la rete su punizione di Muriel, arrivata troppo tardi per cambiare la storia del match, anche perché subito dopo Asensio, entrato una manciata di minuti prima, ha chiuso definitivamente la partita.

Gasperini sorprende tutti rinunciando a Zapata e proponendo un atteggiamento più guardingo, con Pasalic e Malinovskyi dietro l’unica punta Muriel e Pessina arretrato sulla linea dei centrocampisti accando a De Roon in sostituzione dello squalificato Pasalic. Zidane risponde con un Real guardingo, che si schiera in fase di non possesso una difesa a tre con Ramos perno centrale e Nacho e Varane a completare il reparto, con Mendy e Lucas Vazquez sugli esterni. L’Atalanta casca nel trappolone di Zidane, che aspetta nella propria metà campo l’avversario togliendo spazi a Muriel e compagni. Anche sulle fasce gli ospiti combinano poco, a parte l’occasione illusoria di Gosens dopo neanche due minuti. I blancos crescono alla distanza, affidandosi agli spunti in velocità di Vinicius Jr, il più pericoloso tra le fila del Real, e alla maggiore qualità ed esperienza dei suoi interpreti. Che appena possono non perdonano. L’errore in fase di appoggio di Sportiello favorisce Modric, che tocca nel cuore dell’area per Modric che non sbaglia.

La Dea accusa il colpo, Gasp cambia tutto nella ripresa giocandosi subito la carta Zapata al posto di uno spaesato Pasalic. Ma contro questo Real – e contro questo Vinicius – non c’è storia. Il gioiello brasiliano prima con una serpentina fa ammattire l’intera (ma calcia d’esterno a lato di un soffio), poi si guadagna un penalty per un fallo di Toloi. Sergio Ramos non tradisce dagli undici metri e chiude il discorso qualificazione. L’Atalanta, che nel frattempo ha perso Gosens per infortunio – sostituito da Ilicic – cerca almeno il gol per salvare l’onore ma Courtois è super come tutti i suoi compagni con due parate di piede su Zapata. Il portiere belga non può nulla nel finale sulla gemma su punizione di Muriel, ma subito dopo Asensio risponde a tono mettendo le cose in chiaro: contro questo Real non c’è storia. Neanche per la favola Atalanta.

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