Il mondo del ciclismo piange Felice Gimondi. L’ex campione delle due ruote è morto per un malore mentre faceva il bagno nelle acque di Giardini Naxos, in Sicilia. Gimondi, che avrebbe compiuto 77 anni il prossimo 26 settembre, si trovava nella zona della spiaggia Recanati con la famiglia quando si è sentito male, stroncato con ogni probabilità da un infarto. L’ex campione soffriva di cuore, inutili i tentativi di rianimarlo da parte di alcuni bagnanti e dei medici del 118.
Considerato uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi, tra i pochi capaci di vincere tutti i tre grandi Giri, era ritenuto da molti appassionati anche un po’ sfortunato, per aver vissuto gli anni migliori della sua carriera in gara con Eddy Merckx, capace di vincere tutto. Proprio il “cannibale” è stato tra i primi a ricordare Gimondi: “Stavolta perdo io, perdo un amico e poi l’avversario di una vita. Sono distrutto”. Tra i primi a rendere omaggio a Gimondi anche Enrico Ruggeri, che alla rivalità tra i due campioni aveva dedicato la canzone ‘Gimondi e il cannibale’: “Se ne va una parte della mia infanzia, un ragazzo che mi ha fatto sognare, una persona dolce e meravigliosa, un simbolo, un grande uomo”, scrive il cantante su Twitter.
Anche dal mondo politico è trasversale il riconoscimento della grandezza dell’uomo e del campione. “Addio grande e indimenticabile Gimondi, la tua Bergamo e tutta l’Italia dello sport porteranno le tue imprese sempre nel cuore”, scrive il vicepremier Matteo Salvini sempre su Twitter. Dal Pd il segretario Nicola Zingaretti parla di “mito iscritto nella storia della cultura e dello sport”, mentre l’ex premier Paolo Gentiloni ricorda “la sua maglia gialla, i suoi grandi successi”.
Il ciclismo italiano perde così una delle sue ultime leggende, uno di quegli sportivi capaci di unire tutti gli italiani nel tifo sotto la stessa bandiera, e di farli sognare con le sue scalate e le sue imprese che resteranno per sempre scolpite nella storia dello sport.