I soli Paesi del G7 e i loro impegni non possono essere sufficienti a raggiungere gli obiettivi fissati in materia di clima e di riduzione delle emissioni inquinanti. C’è bisogno di uno sforzo globale, specie da parte dei Paesi con maggiori emissioni, come Usa e Cina, e di quelli in via di sviluppo che dovranno raddoppiare gli sforzi per rinnovabili e fonti di energia pulita come l’idrogeno verde.
Alla vigilia dei lavori del G7, che si apriranno domani in Germania, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani illustra, in una informativa in Parlamento, le linee guida della riunione, gli obiettivi e le strategie che i Sette grandi stanno predisponendo in materia di ambiente ed energia con un occhio alla guerra in Ucraina che pone nuove incognite e nuove sfide sul piano degli approvigionamenti.
Mette in guardia Cingolani: “La presidenza tedesca al G7 intende promuovere ulteriori impegni di riduzione delle emissioni rispetto a quelli adottati nel corso del 2021. Ma ciò che come Italia abbiamo evidenziato è che il solo impegno unilaterale dei Paesi del G7 non è sufficiente. Occorre un richiamo forte, in particolare a tutti i grandi emettitori (specie quelli che sono membri del G20) a presentare nuovi obiettivi di riduzione in linea con il mantenimento della temperatura globale a 1.5°”. Serve quindi “un’alleanza globale per la protezione del clima, per promuovere una transizione energetica pulita, sostenibile e inclusiva, e preservare la biodiversità”, spiega Cingolani. In quest’ottica spicca la proposta che sarà lanciata dalla presidenza tedesca di un “Club sul clima”, che non sia limitato solo ai Paesi del G7 ma sia esteso anche ad altri grandi emettitori del G20. “L’iniziativa – osserva Cingolani – è sicuramente ambiziosa e richiede uno sforzo diplomatico e tecnico non indifferente, ma presenta, almeno al momento, alcune criticità sulla realizzabilità in tempi ristretti”. Nei piani l’iniziativa dovrebbe essere presentata ai lavori G7 di questa settimana per essere lanciata al Vertice di giugno. “Da parte di quasi tutti i membri del G7 – spiega Cingolani – è stata quindi mostrata disponibilità a discutere dell’iniziativa tedesca (che sarebbe fra le priorità del cancelliere Scholz), ma evitando di lanciarla nella sua interezza in occasione della prossima ministeriale”.
Sullo sfondo la guerra in Ucraina che sta sta provocando forti riverberi sui mercati energetici internazionali. Una situazione, sottolinea Cingolani che impatta non solo sui paesi in via di sviluppo, ma anche sulle economie più mature che presentano elevate importazioni nette. Necessaria quindi anche in questo caso un’azione comune “che comprenda misure efficaci per fermare l’aumento del prezzo del gas determinato da condizioni di mercato straordinarie”.