Frode finanziaria (nel primo processo Russiagate) per l’ex capo della sua campagna elettorale Paul Manafort, violazione delle leggi elettorali in materia finanziaria per il suo avvocato personale Michael Cohen, quello che pagò la pornostar Stormy Daniels per comprarne il silenzio in merito a una relazione di qualche anno fa con il presidente Usa. Pessima giornata per Donald Trump.
Paul Manafort – L’ex capo della campagna elettorale di Donald Trump, Paul Manafort, è stato riconosciuto colpevole di 8 capi d’accusa, di cui 5 per frode fiscale, uno per aver nascosto conti in banche estere e due per frodi bancarie. Lo riferisce la Cnn. Per altri 10 capi di imputazione sostenuti dal procuratore speciale per il Russiagate Robert Mueller, la giuria non ha raggiunto un verdetto unanime e sono decaduti. L’accusa, contro Manafort, riguarda i suoi rapporti con l’Ucraina (paese, come noto, filorusso) e l’aver nascosto in modo fraudolento milioni di dollari guadagnati con la sua attività a favore di Kiev.
Il processo si è tenuto ad Alexandria, vicino a Washington, ed è il primo sul cosiddetto Russiagate, sulle interferenze russe sulle elezioni presidenziali americane del 2016. In questo processo Trump non figura direttamente (ma non ci fa una bella figura) ma Mueller mette in carniere un primo successo e dà a tutti la sensazione che le sue accuse (anche quelle che riguarderanno più da vicino Trump) siano in grado di reggere al confronto in aula.
Trump ha espresso rammarico per la decisione del tribunale su Manafort, descrivendolo come un “uomo buono”. “Sono molto triste per questo”, ha rimarcato, sostenendo che la condanna è parte di una “caccia alle streghe” dopo le elezioni del 2016.
L’avvocato di Trump – Quasi contemporaneamente, Michael Cohen, ex avvocato personale di Donald Trump, è arrivato in tribunale a Manhattan dove ha accettato di dichiararsi colpevole di accuse derivanti da un’indagine federale sui suoi rapporti d’affari e possibili violazioni delle finanze della campagna. L’annuncio del patteggiamento è arrivato il giorno dopo che il New York Times ha riferito che i pubblici ministeri avrebbero probabilmente incriminato Michael Cohen per frode bancaria e fiscale prima della fine di agosto.
Le accuse riguardano in particolare, l’aver usato impropriamente i soldi della campagna elettorale di Trump per pagare (130 e 150 mila dollari) la pornostar Stormy Daniels e l’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal, che sostenevano di avere avuto una relazione con Trump, in cambio del loro silenzio, “su richiesta del candidato”, “con l’intenzione di influenzare le elezioni” presidenziali del 2016.
L’udienza contro Michael Cohen era fissata per le 16 ora locale, le 22 in Italia. Cohen avrebbe raggiunto un accordo e dovrebbe dichiararsi colpevole di diversi reati, frode fiscale e frode bancaria, secondo quanto riferito da tre fonti. L’accordo includerebbe il carcere e una multa consistente. Cohen avrebbe premuto per tre anni di prigione, i pubblici ministeri per 50 mesi. Un patteggiamento potrebbe essere un duro colpo per Trump, di cui Cohen è stato tra i più stretti collaboratori per oltre un decennio.