“Viviamo e operiamo in un’Italia che ai nostri occhi mostra di aver troppo spesso smarrito la capacità di condivisione e unione su valori fondamentali. Un Paese smarrito, diviso, ingiusto con troppi dei suoi figli e con lo sguardo schiacciato sui bisogni del presente. Ecco perché, Santità, abbiamo fortemente desiderato questo incontro”. Queste le parole con cui il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha salutato Papa Francesco nel corso dell’assemblea dell’associazione di categoria degli industriali, che quest’anno si svolge in Vaticano. Presente anche il Pontefice, che ha affermato che gli imprenditori “sono una componente essenziale per costruire il bene comune, un motore primario di sviluppo e di prosperità”. Rivolgendosi alla platea, ha detto: “Questo tempo non è un tempo facile, per voi e per tutti. Anche il mondo dell’impresa sta soffrendo molto. La pandemia ha messo a dura prova tante attività produttive, tutto il sistema economico è stato ferito. E ora si è aggiunta la guerra in Ucraina con la crisi energetica che ne sta derivando. In queste crisi soffre anche il buon imprenditore, che ha la responsabilità della sua azienda, dei posti di lavoro, che sente su di sé le incertezze e i rischi”. E ha aggiunto: “Lo stesso denaro può essere usato, ieri come oggi, per tradire e vendere un amico o per salvare una vittima. Lo vediamo tutti i giorni, quando i denari di Giuda e quelli del buon samaritano convivono negli stessi mercati, nelle stesse borse valori, nelle stesse piazze. L’economia cresce e diventa umana quando i denari dei samaritani diventano più numerosi di quelli di Giuda”.
Bonomi: “Lavoro, non sussidi che lo scoraggiano”
“Lavoro, non sussidi che lo scoraggiano”. È l’appello che il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, rivolge alla politica dal palco dell’assemblea annuale degli industriali, che quest’anno si svolge in Vaticano. “Nel nostro Paese in troppi settori l’offerta di lavoro continua a essere caratterizzata da infime retribuzioni”, afferma poi Bonomi, ripetendo che però questa tematica, legata a quella del salario minimo, “non riguarda in alcun modo l’industria”, sottolineando che “ad essersi opposti sono altri settori, sui quali bisognerebbe, invece, avere il coraggio di intervenire”. “Al di sopra della soglia del Salario Minimo – prosegue poi il presidente – vi sarebbe poi il Tem, la retribuzione minima fissata dai contratti vigenti, perché la estesa contrattazione italiana è una virtù riconosciuta anche dall’Europa e non va azzerata fissando per legge il trattamento economico complessivo (Tec), che va lasciato ai contratti. Questa soglia di lavoro “degno” va innestata nella riforma dei sussidi alla povertà e quindi nel Reddito di Cittadinanza. Deve, cioè, rappresentare la soglia minima di lavoro la cui proposta non può essere rifiutata dai percettori del sussidio in grado di lavorare”, spiega Bonomi, ricordando che, a tre anni dall’avvio, “sul Reddito di Cittadinanza, più di un beneficiario su due non ha ancora firmato il Patto per il Lavoro. La Legge prevede che il Patto sia sottoscritto entro un mese dal riconoscimento del sussidio”. Il presidente dell’associazione di categoria degli industriali ha auspicato che i progetti politici abbiano prospettive maggiormente a lungo termine: “Oggi che gli orizzonti della politica sembrano sempre più corti e schiacciati su false priorità, avvertiamo più che mai la necessità di progetti di lungo orizzonte, come unica via per dare risposta ai drammatici problemi della società italiana”.
Bonomi: “Lavoro degno è svolto in sicurezza”
“Un lavoro degno è un lavoro svolto in sicurezza”. Lo ha detto Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, all’assemblea annuale degli industriali, che quest’anno si svolge in Vaticano. Per questo motivo per Confindustria “è fondamentale affrontare il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro nella logica di una maggiore partecipazione organizzativa in cui i problemi possano essere individuati e risolti attraverso la condivisione”. La visione proposta da Bonomi “è che sia meglio evitare ex ante gli incidenti in una logica partecipativa, una logica che unisca e non che divida, superando la strada che è stata preferita finora e che prevede l’inasprimento delle sanzioni ex post, quando gli incidenti si sono già verificati. La piena tutela della vita e della salute dei lavoratori è una priorità assoluta ed è responsabilità di tutti, anche e soprattutto del legislatore”.
Bonomi: “Stop prepensionamenti, più occupati over 60”
“Purtroppo, siamo l’unico Paese al mondo in cui si parla di pensioni appena si inizia a parlare di lavoro. La dignità e libertà del lavoratore, over sessantenne, non si tutela con il prepensionamento, ma continuando a offrirgli mansioni coerenti all’esperienza preziosa che ha maturato e che può attivamente trasferire”. Così il presidente degli industriali, Carlo Bonomi, all’Assemblea pubblica di Confindustria che quest’anno si tiene in Vaticano, seguita dall’udienza con il Papa.”Serve una rivoluzione del ciclo vitale di lavoro per la quale noi imprese – assicura poi Bonomi – siamo pronte offrendo la possibilità a chi ha maggior anzianità di continuare nel lavoro con qualifiche diverse commisurate al minor impegno fisco e di tempo. In questo contesto, lo Stato – afferma – ha la responsabilità di superare la strategia del prepensionamento, proprio perché abbiamo bisogno sia di più occupati giovani sia di più occupati tra gli over sessantenni”.