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Conte chiede la difesa manovra, ma gli alleati piantano bandierine e alzano scontro

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Se non è un vero e proprio assalto alla diligenza, poco ci manca. La prossima settimana la legge di Bilancio approderà in Parlamento e l’accordo di maggioranza, raggiunto mercoledì sera, è già messo a dura prova. Gli alleati si dicono tutti soddisfatti dei risultati fin qui raggiunti. E se Giuseppe Conte continua a sentirsi “il primo difensore” della manovra e a ripetere che “per essere comunicata bene, va difesa tutti insieme”, Matteo Renzi e Luigi Di Maio sembrano non recepire il messaggio e vanno avanti nella rivendicazione personale dei meriti. Il leader di Italia viva non ci sta ad essere inserito nel ‘Club dei tassatori’: “Non è casa mia – assicura – In questa legge di bilancio Iv ha impedito l’aumento dell’Iva e le tasse su cellulari, gasolio e casa”. Non è dello stesso avviso il capo politico M5S. Il ministro degli Esteri si dice “molto più soddisfatto” della legge di Bilancio rispetto all’inizio, ma mette i puntini sulle ‘ì’. “Il governo ha fatto un ottimo lavoro di squadra, ma se è cambiata molto, se le multe sui pos sono state rimandate e se altre tasse superflue sono state cancellate è grazie al MoVimento. Se le giovani partite Iva potranno continuare a godere del regime al 15% è grazie al MoVimento”, è la sottolineatura.

I duelli, è già più che annunciato, si sposteranno presto nell’agone parlamentare. “Adesso lavoreremo in Parlamento per eliminare le tasse su auto aziendali (assurdità che mi hanno sempre proposto quando ero premier e ho sempre respinto), plastica e zucchero”, assicura Renzi. Sugar e plastic tax “non si toccano. Sono misure di civiltà”, tuona invece il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti. Dal M5S, poi, sono Stefano Patuanelli e il suo vice al Mise Stefano Buffagni a prevedere “ulteriori miglioramenti” in Aula. Vuole che “Impresa 4.0” abbia durata triennale il titolare del dicastero di via Veneto. Ritiene che non sia stato fatto abbastanza per ridurre la stangata sulle auto aziendali, invece, il suo numero due, che invece esulta per lo stop al fondo da un milione per i ministeri.

Al Nazareno assistono ai battibecchi altrui con sempre meno pazienza. “Twittano e commentano come stessero all’opposizione”, viene spiegato.

Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali con una nota passione per il calcio, fotografa la situazione interna alla maggioranza con una battuta: “Dopo i ct della nazionale ci sono i Ct della legge di bilancio”, dice facendo riferimento ai “fenomeni” che “dicono cosa togliere ma non dicono mai da dove prendere le risorse”.

Nicola Zingaretti insiste con il suo atteggiamento “di responsabilità”, ma senza farsi per questo dettare l’agenda dagli alleati. Vale sul fronte sicurezza (il segretario è pronto a battere cassa con gli alleati chiedendo la modifica o l’abolizione dei decreti sicurezza) che per la manovra: “Toc toc… c’è qualche altro leader che sostiene e che ha voluto questo Governo, che lo difende dalle bugie e dagli attacchi della destra?”, scrive su Facebook. Anche i Dem, tuttavia, in aula insisteranno per migliorare quella che considerano una loro battaglia: “In conversione della manovra dobbiamo ridurre ancora di più le tasse sui salari dei lavoratori e aumentare i trasferimenti ai comuni per la manutenzione del territorio”, cinguetta Andrea Orlando. Contro “l’assalto alla diligenza” anche Leu. ” Chi nella maggioranza alimenta l’idea della destra che questa sia una manovra delle tasse non aiuta la tenuta del Governo e rende un cattivo servizio alla verità e al Paese”, dice Federico Fornaro. Il risiko giallorosso sulla manovra, però, è solo all’inizio.

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