Parrucchieri e saloni bellezza già con agende piene e borse con costumi da bagno pronte. Sono le prove tecniche di un’Italia che prova a ripartire dopo il lockdown per l’emergenza coronavirus.
In anticipo su tutte le altre regioni, l’Alto Adige ha riaperto ieri parrucchieri, bar e ristoranti, come previsto dalla legge provinciale approvata la scorsa settimana. I saloni hanno ricevuto i primi clienti con orario prolungato, in alcuni casi dalle 7 alle 21, per smaltire le lunghissime liste d’attesa di chi sognava da mesi una messa in piega. Si entra uno alla volta, con mascherina (Ffp2 per i parrucchieri). Per la ristorazione, invece, distanza minima di due metri fra un tavolo e l’altro e obbligo di protezione personale.
La legge provinciale ha dato via libera anche ai musei, ma il lunedì è tradizionale giorno di chiusura (da oggi comunque gli ingressi sono contingentati). “Non riapre tutto ma i negozi, i parrucchieri, le estetiste, bar e ristoranti ma con tante prescrizioni e misure di prevenzione, siamo molto severi. La situazione è piuttosto tranquilla”, ha spiegato il governatore Arno Kompatscher che guarda già all’estate. Dal 25 maggio, infatti, potranno riaprire anche gli alberghi, che avranno “i più alti standard di sicurezza” per evitare contagi. E se i turisti stranieri non arriveranno per la Pentecoste, dal 31 maggio al 1 giugno, per cui si prevede si sposteranno solo i locali, Kompatscher è convinto che si presenteranno per l’estate. Soprattutto i tedeschi. “La libertà di viaggiare per i vacanzieri tedeschi tornerà, anche se in parte, da giugno, al più tardi a luglio”. Per questo, l’Alto Adige non si può far trovare impreparato, sfidando così il governo che vorrebbe aperture più caute.
E all’estate che arriva guarda anche la Liguria. Il governatore Giovanni Toti lo ha ribadito più volte, il 18 maggio verranno riaperte anche le spiagge e gli stabilimenti balneari. E come fare per rispettare le distanze di sicurezza, soprattutto con ragazzi e bambini piccoli? Toti ha la soluzione: “Daremo a chi accetta braccialetti che vibrano se non si resta a un metro”.
A Torino, invece, la sindaca Chiara Appendino immagina una città ‘a cielo aperto’, con intrattenimento, servizi, istruzione, cultura e sport, commercio e mobilità … tutto da fare all’esterno e non tra le mura di casa. Intanto, sotto la Mole le bici diventano le protagoniste della fase 2 con ben 80 chilometri di controviali a ‘priorità ciclabile’: limite di velocità a 20 chilometri orari. E poi, piazze, strade e parchi saranno riadattati per diventare scenario di una nuova socialità: nelle aree verdi da giugno al via campi estivi per i ragazzi e attività sportive organizzate, tra lezioni di fitness e danza, rigorosamente senza contatto fisico. Nei parchi la Giunta immagina furgoni-ristorante da fare gestire ai locali rimasti chiusi durante la quarantena. E ancora, microvillaggi per attività commerciali e servizi alla persona, con barbieri, estetisti e parrucchieri. Da agosto al via anche a spettacoli e attività culturali.