La Lombardia punta con forza alla fase 2. I dati incoraggiano, ancora ieri, con un altro calo di ricoveri e pazienti in terapia intensiva per il coronavirus, 235 morti e 827 casi in più in 24 ore. Ecco, allora, il piano per la ‘nuova normalità’. “È la via lombarda alla libertà”, commenta il presidente Attilio Fontana. Le parole chiave sono prevenzione, cura e programmazione. Dal 4 maggio, la Regione chiederà al governo Conte di dare il via libera alle attività produttive nel rispetto delle ‘Quattro D’: distanza (un metro di sicurezza tra le persone), dispositivi (ovvero obbligo di mascherina per tutti), digitalizzazione (obbligo di smart working per le attività che lo possono prevedere) e diagnosi (dal 21 aprile inizieranno i test sierologici grazie agli studi in collaborazione con il San Matteo di Pavia). “Abbiamo dei tempi strettissimi. Dovremo dire la nostra al governo, che ha competenze esclusive sulle riaperture. Le misure economiche e sociali verranno annunciate nei prossimi giorni”, sottolinea l’assessore al Bilancio, Davide Caparini.
L’idea di Palazzo Lombardia passa da un piano per riaprire in orario scaglionato uffici e aziende e, successivamente, scuole e università. “Un esempio della ‘nuova normalità’ saranno le aperture delle attività scaglionate e sull’arco di tutta la settimana per evitare il sovraffollamento dei mezzi pubblici”, fanno sapere dalla Giunta. E ancora: “A queste strategie si accompagnano altri provvedimenti, su cui Regione Lombardia sta giocando un ruolo da protagonista”. L’elenco parte dalla cassa integrazione con garanzia della Regione, prosegue con il piano di sostegno per piccole e medie imprese (sul tavolo c’è un pacchetto di facilitazioni per l’accesso al credito, con la possibilità di mobilitare risorse fino a un miliardo), passando per provvedimenti a beneficio del personale sanitario (stabilizzazione e bonus economico con almeno 80 milioni di Regione Lombardia in aggiunta ai fondi del governo). In quest’ottica, ancora, l’ospedale alla Fiera di Milano, “che è costato zero euro pubblici, diventerà il presidio che veglierà sulla salute dei lombardi come una vera e propria assicurazione – sottolinea Palazzo Lombardia – contro il sovraffollamento delle altre strutture regionali”.
Un’occhiata ai dati di giornata. Sono 235 i morti per il coronavirus in Lombardia rispetto a ieri, per un totale di 11.377 dall’inizio dell’emergenza. E poi 827 positivi in più in 24 ore, con il numero complessivo che sale a 62.153. Non solo: calano i pazienti in terapia intensiva (-48) e i ricoverati (-34). Il totale dei positivi in condizioni più critiche è di 1.074 e quello delle persone che si trovano in ospedale ammonta a 12.043. Crescono, ancora, i dimessi: 674 in più per un totale di 37.659. Tra le province, è sempre Milano la più colpita (14.675 casi) e quella dove si segnala la crescita più alta: 325 contagi in più, 144 nel solo capoluogo lombardo. In questa classifica si piazza al secondo posto Brescia (+94, 11.187 casi), seguita dalla Bergamasca, 46 positivi in più per un totale di 10.472. Intanto, la Protezione civile è al lavoro per consegnare su tutto il territorio altri 3,6 milioni di mascherine. Perché la battaglia al coronavirus continua.