Dalle prese in giro all’ammirazione. Nel giro di pochi giorni in Spagna è cambiato tutto. Lo tsunami coronavirus ha colpito il paese iberico in maniera pesante e ora si è corsi ai ripari. Le problematiche sono le stesse italiane, a partire dagli ospedali precipitati d’improvviso in uno stato di emergenza senza precedenti. LaPresse ne ha parlato con Luca Chirichiello, anestesista e rianimatore di Avellino che da 13 anni vive e lavora a Barcellona.
DOMANDA. Che atmosfera si respira in questi giorni in Spagna?
RISPOSTA. Prima che il governo Sanchez prendesse in mano la situazione, le varie regioni sono andate ognuna per contro proprio. Si è preso tutto un po’ alla leggera e le strade erano ancora stracolme di gente che non sapeva bene cosa fare e cosa stesse succedendo. Praticamente quanto accaduto in Italia con una settimana di ritardo.
D: E’ cambiato l’approccio nei confronti degli italiani?
R: Assolutamente sì. Dopo i primi casi in Lombardia c’erano un po’ di sfottò. Qualcuno, scherzando, parlava con accento italiano e faceva finta di tossire. Ora che tutti sono preoccupati e hanno capito la situazione ci prendono come esempio e modello da seguire. Diciamo che abbiamo fatto scuola.
D: La sanità spagnola può reggere l’urto del coronavirus?
R: Il sistema è lo stesso italiano, con il pubblico e il privato. Io lavoro in una struttura privata a Barcellona e anche da noi sono ricoverati pazienti covid. Alcuni in terapia intensiva. La Catalogna in generale è un polo di eccellenza paragonabile a Lombardia e Veneto, ma anche qui ci sono già i primi segnali preoccupanti per il sovraccarico delle strutture. E se pure Barcellona va in difficoltà nel resto del Paese sarà peggio.
D: I medici sono in prima linea in questa battaglia. Che precauzioni state prendendo?
R: Lavorando nel privato vivo uno spaccato particolare, ma anche noi attuiamo una rotazione del personale a blocchi per limitare i danni nell’eventualità che qualcuno rimanga contagiato. Inoltre stanno valutando di sospendere tutti gli interventi di chirurgia programmata ad eccezione di quelli urgenti.
D: Pure in Spagna è scattata la corsa a gel disinfettanti e mascherine?
R: Esattamente come in Italia. Pensi che nel mio reparto fino al weekend le mascherine erano a disposizione di tutti gli operatori sanitari senza limiti. Ora le hanno razionate pure a noi, ne posso utilizzare solamente una per tutto il mio turno di lavoro.