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Coronavirus, scuole ancora chiuse in Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna

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Scuole chiuse per un’altra settimana, fino all’otto marzo, in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, le regioni più colpite dai contagi di coronavirus. La decisione presa sulla base del parere del comitato tecnico-scientifico nazionale. Nessuno studente perderà l’anno: sarà fatta una deroga alla norma sul minimo di 200 giorni scolastici. Intanto segnalati altri due casi di contagio in Lazio: sono il marito e uno dei due figli della donna trovata positiva dopo un viaggio a Bergamo. I due hanno “lievi sintomi”, fanno sapere i medici dello Spallanzani. Nell’ultimo bollettino della Protezione civile sono 21 i morti, 821 i contagiati e 45 le persone guarite.

Conte: “Spirito di collaborazione con le Regioni”
“Domattina pubblicheremo il nuovo decreto, il decreto del Presidente del Consiglio, in pieno raccordo con le valutazioni governatori. C’è uno spirito di grande collaborazione”. Così il premier, Giuseppe Conte, al termine della riunione tecnica con i ministri alla Protezione Civile. “Il Comitato tecnico scientifico è al lavoro, per le Regioni interessate adotteremo misure di prudenza che si distingueranno dalle altre. Ieri sera abbiamo varato le misure economiche di primissimo impatto, poi ci sarà un secondo provvedimento governativo per il sistema produttivo, che riguarderà non solo le Regioni interessate, ma anche le altre”, ha sottolineato il premier, aggiungendo:  “Stiamo lavorando a un terzo intervento per una forte spinta semplificatrice, per una grande accelerazione e una spinta alla crescita. Stiamo lavorando intensamente”.

Liguria: scuole aperte tranne nel Savonese
Lunedì riaprono le scuole in Liguria tranne che nella provincia di Savona. Lo ha comunicato il presidente della Liguria Giovanni Toti in conferenza stampa al termine della videoconferenza con il premier Conte. “Alla luce degli ultimi dati” sui contagi di coronavirus in Liguria “abbiamo convenuto che l’unica provincia su cui ancora bisogna mantenere una stretta osservanza è la provincia di Savona” dove “tra i trasferiti in Piemonte ieri, i ricoverati e i tamponi in corso ha raggiunto quasi 50 casi contagio. Nella zona di Alassio c’è un vero e proprio cluster di contagio. È un area a discreta diffusione”. Le altre aree “saranno assimilate al resto del Paese. Per le aree verdi ci saranno una serie di prescrizioni minori di buon senso e di igiene pubblica. Nulla che inibisca la normale socialità del territorio”, ha specificato Toti.

Pediatri di famiglia: “Saggio chiudere le scuole”
“In Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna al momento è in cura il 93% di tutti gli 821 positivi al nuovo Coronavirus in Italia. Riteniamo pertanto saggia la decisione del Governo, inserita nel nuovo decreto sull’epidemia, di prorogare la chiusura delle scuole in queste Regioni per altri 8 giorni. Abbiamo bisogno di tempo per contenere il contagio, evitare il caos negli studi pediatrici e nei pronto soccorso e occuparci di chi ha bisogno di cure”. Così il presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Paolo Biasci sul rinvio dell’apertura delle scuole nelle Regioni interessate alla massima espansione dell’epidemia.

Un caso positivo a Pomigliano d’Arco
Un caso positivo al coronavirus è stato riscontrato a Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli. Lo ha fatto sapere il sindaco della cittadina campana Lello Russo. Si tratta di un uomo che sarebbe entrato in contatto con l’avvocato di Napoli risultato positivo al test nei giorni scorsi. Il paziente, che è in attesa di conferma dallo Spallanzani di Roma, è in quarantena nella sua abitazione ed è in buone condizioni di salute.

Lega: “Da Conte solo schiaffi per il lodigiano”
“Pieno sostegno ai nostri sindaci, i lodigiani non sono cittadini di Serie B. La Lega lavora in squadra e al governo vogliamo mandare un messaggio chiaro: dopo i vergognosi schiaffi verbali ricevuti dal presidente del consiglio non accettiamo prese in giro. Servono provvedimenti seri, adesso, subito, perché alla fine di questo incubo il territorio possa ripartire con slancio”. Così gli esponenti della Lega della provincia di Lodi in Regione e in Parlamento Selene Pravettoni, Pietro Foroni, Guido Guidesi e Luigi Augussori. “Le nostre sono richieste che partono da necessità oggettive, sono attuabili e di buon senso: ZES in tutta la nostra provincia, zero imposte e un fondo da assegnare alla Provincia di Lodi. Il grande senso di responsabilità che sta dimostrando la nostra Comunità non può essere un alibi per il governo a restare immobile”.

Mef: risorse pubbliche aggiuntive per nuovo decreto
Il governo sta lavorando a un secondo decreto legge con il quale adotterà misure a sostegno dell’economia reale che potranno avvalersi di risorse di finanza pubblica aggiuntive. Per poter operare in questa direzione, il Governo necessita dell’autorizzazione del Parlamento, ai sensi della legge 243/2012 che dà attuazione all’articolo 81 della Costituzione. Questa procedura verrà proposta nella settimana entrante, in modo da poter adottare il secondo decreto subito dopo”. Lo riferiscono fonti del Ministero dell’Economia e delle Finanze. “Nelle more di questa procedura, il Governo ha ritenuto opportuno procedere subito, con un primo decreto legge già nella settimana corrente, allo scopo di sostenere la liquidità di imprese e famiglie con la sospensione dei pagamenti tributari, contributivi, assicurativi nonché di ratei dei mutui”, sottolineano da via XX Settembre. “Il ricorso alla cassa integrazione in deroga consentirà alle imprese colpite dalle misure di contenimento dell’epidemia di preservare i livelli occupazionali”. Il Mef ha anche fatto sapere che “il decreto adottato ieri dal Consiglio dei Ministri contempla l’autorizzazione all’utilizzo dei fondi disponibili (circa 200 milioni) ai fini della cassa integrazione in deroga per le regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna”.

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