E’ ufficiale: le scuole di ogni ordine e grado e gli Atenei sospenderanno le attività didattiche da domani fino al 15 marzo. Il governo alla fine adotta la misura a più alto impatto sociale, quell’ultima carta tenuta nel cassetto e che dà la dimensione di quanto il contagio sia inarrestabile. Scuole e Atenei chiuderanno alle lezioni e, spiega il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, per l’esecutivo “non è stata una decisione semplice”. Un annuncio che arriva nel pomeriggio di mercoledì ma che genitori e alunni aspettavano dalle prime ore della giornata. Il premier Giuseppe Conte non aveva escluso questa ipotesi se prospettata dal comitato scientifico, che alla fine si è concretizzata durante l’incontro con i ministri a palazzo Chigi.
“Contenere il contagio” in tutti i modi possibili: è questo il refrain ma non si parli di aggressività della malattia, bensì della necessità di poter garantire a tutti i cittadini italiani un sistema sanitario in buona salute. “In questo momento siamo concentrati ad adottare tutte le misure di contenimento diretto del virus o di ritardo della sua diffusione perché il sistema sanitario per quanto efficiente e eccellente rischia di andare in sovraccarico”, ha spiegato Conte in particolare “per la terapia intensiva e sub-intensiva”. I numeri parlano chiaro, “ci sono 5300 posti in terapia intensiva in Italia coperti per l’80 per cento. In momento di normalità è sufficiente, ma in questo momento di Covid-19, quel 20 per cento può essere eroso”, dice il ministro Francesco Boccia. Con i dati giornalieri del diffondersi della epidemia, aggiunge ancora, “la certezza che il nostro sistema sanitario possa reggere con una terapia intensiva adeguata, non l’abbiamo”.
La chiusura delle scuole, è chiaro a tutti, porta con se una serie di problematiche che potrebbe dare l’idea di un Paese paralizzato, oltre ad avere costi sociali enormi. Il pensiero però di tutte le forze politiche, di qualsiasi fede e colore, va ai genitori che per la maggior parte dei casi non si fermeranno. I leader Salvini, Meloni e Zingaretti chiedono sostegno alle famiglie ed è per questo, conferma la viceministra all’Economia, Laura Castelli “è in via di definizione una norma che prevede la possibilità per uno dei genitori, in caso di chiusura delle scuole, di assentarsi dal lavoro per accudire i figli minorenni”. E la ministra della Famiglia Elena Bonetti aggiunge: “Ho già proposto sostegno economico per le spese di babysitting e estensione dei congedi parentali per le lavoratrici e i lavoratori”.
Una scelta obbligata, non presa a cuor leggero e che arriva dopo un vero e proprio cortocircuito della comunicazione all’interno dell’esecutivo. La riunione a Palazzo Chigi dura oltre quattro ore e dopo “il governo valuta” lo stop all’attività didattica, giunge la certezza, battuta da tutti i maggiori organi di informazione. Una notizia bomba che supera i confini nazionali e finisce in home page anche sui principali siti stranieri. L’ordine di scuderia era aspettare che il Comitato scientifico desse l’ok e poi comunicare all’Italia senza creare allarmismi. La decisione trapela, senza filtri, e la ministra Azzolina è costretta a frenare: “Nessuna decisione sulle scuole è stata presa. Non c’è alcuna chiusura per il momento. Abbiamo chiesto al comitato tecnico scientifico una valutazione, se lasciare aperte le scuole o chiuderle, sia proporzionale allo scenario epidemiologico. Questa decisione sarà presa nelle prossime ore”. La tensione nella maggioranza di governo è palpabile con lo stesso premier che, infatti, bacchetta la sua squadra giudicando “totalmente improvvida” la notizia fuoriuscita.