, i parroci che fanno suonare le campane e poi la sera sul balcone con le luci di casa spente e la torcia del cellulare accesa. Il coronavirus si combatte anche così, con un pensiero a chi soffre e sta lottando nelle corsie degli ospedali di tutta Italia ma, in particolare al nord, con la Lombardia fra le regioni più colpite.
Uno o due appuntamenti giornalieri in cui tutto lo Stivale si stringe attorno ai medici e agli infermieri che lavorano strenuamente, da oltre 20 giorni, e sfidano il Covid-19. Alle 12 e alle 18 si esce sul balcone per battere le mani e rivolgere un tributo agli ‘eroi’ e alle ‘eroine’ in corsia. E non finisce qui, perché da nord a sud, alle 18 si spalancano le finestre per dare il la alla musica. La giornata di domenica è stata segnata da ‘Ma il cielo sempre più blu’ di Rino Gaetano, dopo il sabato al ritmo di ‘Azzurro’ di Adriano Celentano e l’inizio di venerdì scorso con l’inno di Mameli, mentre sventolano un po’ ovunque i tricolori. Un’iniziativa partita da Vo’, il paese della provincia di Padova dove si è registrata la prima morte per coronavirus, e poi diffusasi nel resto d’Italia.
E non solo. Spunta pure un appuntamento alle 21. Sui social e nelle chat di WhatsApp in molti hanno ricevuto e inoltrato questo messaggio: “Tutti alle finestre per un minuto di luci con torce, luminarie, lampadine o addirittura la torcia dei nostri telefonini. Un piccolo grande gesto che farà vedere al mondo che l’Italia è viva, che noi italiano siamo vivi, compatti e forti. Solo uniti si può vincere. Alle 21 spegniamo le luci in casa ed accendiamo le torce dal balcone. Illuminiamo l’Italia”. Intanto, si muove anche la Chiesa con sempre più parroci che, di solito intorno a mezzogiorno, fanno suonare le campane per spingere le persone, invitate a stare in casa, a pregare per chi è in difficoltà. Tanti modi per dire ‘no’ al coronavirus.