Conosceva bene la pericolosità del coronavirus, settimane prima che cominciasse a mietere vittime nel suo Paese, ma ha preferito sempre minimizzare per “non creare panico”. È la clamorosa ammissione del presidente Usa, Donald Trump, contenuta nel libro ‘Rage’, della leggenda del giornalismo Bob Woodward, protagonista del Watergate, che ha trascritto il contenuto di 18 interviste al capo della Casa Bianca fatte tra il 5 dicembre 2019 e il 21 luglio 2020. Anticipando l’uscita del libro, in programma il 15 settembre, la Cnn ha rivelato che Trump ha ammesso di aver saputo settimane prima della prima morte confermata da coronavirus negli Stati Uniti che il virus era pericoloso, disperso nell’aria, altamente contagioso e “più mortale persino delle peggiori influenze” e che lo ha ripetutamente minimizzato pubblicamente. “Questa è roba mortale”, ha detto Trump a Woodward il 7 febbraio scorso, nel corso di una delle interviste. Trump ha rivelato di conoscere bene il livello di minaccia del virus prima di quanto precedentemente noto, aggiungendo che il coronavirus è stato forse “cinque volte più mortale” dell’influenza.
Le ammissioni del presidente Usa sono in netto contrasto con i suoi frequenti commenti pubblici, che soprattutto in quel periodo insistevano sul fatto che il virus “sarebbe scomparso” e che “tutto andava bene”. “Volevo sempre minimizzare”, ha detto poi in un’intervista del 19 marzo, anche se alcuni giorni prima aveva dichiarato l’emergenza nazionale. “E preferisco ancora sminuire, perché non voglio creare panico”.
Rivelazioni clamorose, che rischiano di indebolire ancora il presidente a poche settimane dal voto presidenziale. Come le valutazioni sulla sua presidenza, contenute sempre nel libro di Woodward, da parte di molti dei suoi ex alti funzionari della sicurezza nazionale, tra cui l’ex segretario alla Difesa James Mattis, l’ex direttore dell’intelligence nazionale Dan Coats e l’ex segretario di Stato Rex Tillerson. Mattis in particolare definisce Trump “pericoloso” e “inadatto” al suo ruolo.
Il presidente Usa, Donald Trump, investito dalla nuova ondata di polemiche non ha negato di aver minimizzato pubblicamente i rischi legati al coronavirus pur conoscendoli. Ma, in una conferenza stampa trasmessa anche sul suo profilo Twitter, ha precisato: “Non volevo creare il panico. Volevo mostrare fiducia. Abbiamo fatto un lavoro incredibile. Ma semplicemente non volevamo gridare che avevamo un problema, un problema enorme, facendo spaventare tutti”.
Il rivale democratico per le presidenziali, Joe Biden, ha attaccato: “Il presidente ha mentito volontariamente” sul coronavirus, il suo comportamento è stato un “tradimento del popolo americano”, su una questione di “vita o di morte”.